"Una sconfitta che delude, ma lascia tanti spunti di analisi e di riflessione. Per commentare al meglio Torino-Napoli 1-3, abbiamo dato anche questa settimana "Parola al Mister" Rosario Rampanti. Ecco cosa ci ha detto sulla sfida del Grande Torino, una sfida che i granata avrebbero dovuto approciare in tutt'altro modo.
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Rampanti: “La linea alta con il Napoli un azzardo pazzesco. Non c’è continuità”
Parola al Mister / Rampanti analizza così la sfida del Grande Torino: "Purtroppo non si sono prese le dovute cautele, forse per l'eccessiva euforia post Lazio. Ritorno al gol di Belotti importante. Edera? Bisognerebbe cogliere l'attimo... "
"Serino, ieri sera il Toro ha ricevuto l'ennesima lezione di calcio dagli uomini di Sarri. Risulta poco comprensibile l'atteggiamento tattico dei granata, che sono partiti altissimi tentando di fermare sul nascere l'azione del Napoli. Eppure, bastava vedere come Juventus, Fiorentina e Chievo si erano comportate contro i partenopei per capire come tamponare la loro manovra...
"Si, la linea difensiva era decisamente troppo alta, non puoi giocare così contro il Napoli. Ho l'impressione che già altre volte si sia fatto questo errore, ad esempio contro la Juve. Anche allora, si era andati da loro a giocare all'attacco, e chiaramente ti hanno infilato. Questa squadra è un continuo oscillare tra qualche gioia e altre delusioni: non c'è equilibrio. In campo si era trovato come modulo, ma poi si riesce sempre a sbiellarlo di nuovo.
"Contro la Lazio il Toro aveva raccolto tre punti importantissimi e che forse han caricato eccessivamente giocatori e tecnico.
"La prestazione di Roma ha portato eccessiva euforia e - tenendo conto di un Napoli non brillantissimo nell'ultimo periodo - questo ha tolto tutte le cautele che si dovevano avere. Cautele tattiche, per altro, che avevi messo in pratica contro l'Inter. Secondo me bisogna anche riflettere su un altro fattore, quello riguardante la composizione della squadra e la personalità dei gocatori e del tecnico. Quando tu fai allestisci e poi fai giocare una squadra devi bilanciare gli elementi in campo, tra chi ha un carattere fermo, teutonico, e chi ha un carattere più fantasiosio: se fai un giusto mix, ne viene fuori una squadra costante, nel tipo di gioco e nel resto. Questo mix di personalità nel Toro non è ben calibrato. Bisogna andare a monte, e anche la personalità di un giocatore è importante. Al di là delle prestazioni individuali, bisogna cominciare a fare un discorso più ampio. Ora è quasi finito il girone di andata, ma basta uno scivolone così e la compattezza può già andare a farsi benedire - perché se perdi, perdi anche cerrtezze. Non c'è continuità, ed è un peccato.
"Nel post-partita di Juventus-Inter 0-0 mi avevano molto colpito le parole di Spalletti, secondo il quale una partita del genere era meglio pareggiarla che vincerla - per non rischiare di caricarsi troppo. Credi che il Toro si sia caricato troppo dopo la vittoria contro la Lazio?
"L'Inter ha un allenatore equilibrato e che sa i risvolti psicologici che può avere un risultato eclatante, come quello di Roma del Toro. Sa le ripercussioni, e sa che avrebbero potuto portare cose negative. Nel Toro, posto che la vittoria in sé è un fatto comunque positivo, non si è analizzato questo e si è andati contro ad una sconfitta come quella contro il Napoli. A questa positività bisognava dare un ordine perentorio: si doveva stare con i piedi per terra. E' mancata questa analisi.
"Tornano all'atteggiamento tattico del Toro, com'è possibile che dopo 10 gol subiti lo scorso anno in due partite contro gli azzurri, non si sia capito che quello non è il modo giusto per affrontare una squadra come quella di Sarri?
"Il secondo gol è emblematico, con la linea che non tiene e sale male. La linea alta difensiva contro il Napoli è un azzardo pazzesco: io credo che certi modi di giocare devono essere sperimentati in altre partite e contro altre squadre. Questo modo non è stato abbastanza collaudato. E' stato un azzardo iniziale che ha portato conseguenze inevitabili. Ed è dovuta anche da questa alternanza caratteriale poco equilibrata tra le parti che sta nell'animo della squadra, e per squadra intendo tutti quanti.
"Tra le note positive, c'è sicuramente il ritorno al gol di Belotti...
"Si, ed è importante per diversi motivi. Il gol di Belotti dimostra che il Gallo sta studiando un nuovo modo di giocare: lui finalmente arriva solo fino metacampo nel recupero difensivo, ha capito che deve costruirsi la condizioni solo da li in su. Questo lo porterà ad vere più lucidità sottoporta, e già ieri l'ha avuta. Questo gli darà sicuramente più autoconvincimento. Ha capito che prima si sfiancava troppo. Ed è un suo traguardo personale che al Torino gioverà.
"Per quanto riguarda le altre scelte di Mihajlovic, ti aspettavi di vedere prima Edera in campo?
"Sì, mi sarebbe piaciuto vedere subito Edera nel secondo tempo, invece è entrato troppo tardi. Nella vita, il frutto dall'albero devi prenderlo quando è buono, se lo lasci troppo li poi non è più fresco. Quando vedi un giocatore che va forte, di questo giocatore devi cogliere l'attimo. Con lui ho l'impressione che non si stia cogliendo l'attimo. Ed è autolesionistico.
"Serino, adesso - prima di Spal e Genoa e della chiusura del girone di andata, arriva la Coppa Italia con la sfida contro la Roma. I giallorossi faranno probabilmente turnover totale, visto l'impegno della prossima giornata contro la Juventus. I granata devono cambiare qualcosa o giocare con i titolari?
"Ti faccio un paragone: noi abbiamo vinto la Coppa Italia nel 70/71 e nell'anno seguente abbiamo fatto tutte e tre le competizioni. Siamo andati avanti fino a marzo e abbiamo tenuto, e sai quanti eravamo in squadra? In 18, con un allenatore e un vice. Adesso si è in 25, con 10 collaboratori, dottori, fisioterapisti eccetera: dove sta scritto che non si riesce a reggere una partita in più in settimana? Io non sono d'accordo su chi dice che i giocatori si stancano, perché la condizione si mantiene con la voglia di giocare. Si deve riposare in altre cose, non nel giocare e nell'allenarsi. Ma per farlo occorre fare vita da atleti. E sono pagati lautamente per farlo. Quindi ce la possono fare benisismo.
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