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Rampanti: “Mazzarri ha curato il Toro “da dentro”. E che non si parli di fortuna…”

Parola al Mister / Il nostro Serino Rampanti analizza la vittoria contro l'Inter: "Il tecnico toscano sta dando stabilità, ha curato il Toro da dentro. A Cairo, voglio dire una cosa..."

Lorenzo Bonansea

"Il Torino ha centrato contro l'Inter la terza vittoria consecutiva, vincendo 1-0 contro i nerazzurri al Grande Torino - dopo 24 anni dall'ultima volta. Un risultato importante, che dà finalmente continuità ai ragazzi di Mazzarri. Per inquadrare al meglio la situazione, abbiamo analizzato la partita con il nostro "Mister" Rosario Rampanti.

"Ciao Serino, terza vittoria consecutiva - questa volta soffrendo contro una grande squadra.

"Si è vinta una partita incredibilmente difficile, per tante motivazioni. Prima di tutto, erano tanti anni che non li si batteva in casa. Io facevo parte di una squadra che li aveva battuti 4-0, ma erano altri tempi. Detto questo, mi ha infastidito un po' leggere e sentire che si è avuto fortuna, e a proposito di questo vorrei inquadrare la situazione in generale. Dietro a questa rinascita c'è un lavoro genuino di Mazzarri e della sua equipe, il risultato è stato raggiunto da una squadra che ha ritrovato spirito di gruppo e compattezza. E questa situazione attuale dimostra la veridicità di uno stereotipo che spesso affligge l'Italia: nei momenti di difficoltà spariscono tutti, e poi appena si vince tutti sono pronti a salire sul carro. E magari a parlare anche di fortuna. Ma sta nella natura dell'italiano questo, purtroppo..

"Una prestazione importante in una partita difficile, si diceva. E questo grazie ad una grande prova prima di tutto difensiva.

"Ieri in particolare han primeggiato - secondo me - Sirigu, Nkoulou e Burdisso. Mazzarri ha avuto la possibilità di osservare ancora una volta le caratteristiche dei giocatori a disposizione, e in particolare quelle dei centrocampisti. A coloro che in passato non hanno apprezzato Rincon, dico che non si è dato importanza ad un giocatore che oltre ad essere un bravo incontrista dà anche grande equilibrio. E la sua assenza ieri si è sentita molto. Durante la gara, ci sono stati momenti in cui sia Obi che Baselli venivano risucchiati in avanti, e così scoprivano completamente il centrocampo dando opportunità all'Inter di fare contropiedi potenzialmente micidiali. Meno male che erano in giornata buona i difensori e il portiere. Ma questi giocatori hanno un nome e un cognome, e non si chiamano fortuna: sono parte di una squadra, una squadra chiamata a fare il proprio dovere. E che ieri l'ha fatto alla grande. L'Inter ha avuto diverse occasioni, certo, ma anche il Toro ha avuto chances importanti, e su una di queste Handanovic si è dimostrato bravo quanto Sirigu.

"Mazzarri non ha snaturato il proprio gioco, mantenendo lo stesso assetto dall'inizio alla fine pur con il risultato in bilico.

"E questo è un elemento che dà stabilità, fa capire che lui ha le idee chiare. Ed è anche per questo che ho subito detto che lui mi piaceva: Mazzarri è uno che mi ha subito dato questa impressione, di umiltà e di concretezza. E' un grande lavoratore e sposa bene la mentalità del Torino. I giocatori, l'allenatore del Torino, devono essere gente concreta - che guardino poco alla chiacchiera o all'apparire. E sui suoi problemi iniziali, avevamo già centrato il punto su queste colonne: lui ha pagato una preparazione malfatta. Quando dopo Firenze ti avevo detto che il giocattolo si era rotto, era perché si era rotto davvero. La squadra non era preparata fisicamente. Adesso quando leggo che Ljajic corre più di tutti, mi viene da chiedermi come mai si criticava Mazzarri quando ha perso le prime partite. Io mi sono meravigliato di queste critiche.

"Hai elencato le doti di Mazzarri. Pensi che il Toro sia un punto di rinascita per lui?

"Mazzarri ha avuto una carriera in crescendo. Ma l'Inter e l'Inghilterra gli hanno insegnato di più degli anni precedenti, dove aveva mietuto solo successi. Questo perché nella vita sono le difficoltà che ti fanno crescere. Lui è arrivato a Torino portandosi dietro la bravura del suo lavoro e il dispiacere dell'esonero all'Inter: alle capacità tecniche e gestionali, ha unito voglia di rivincita. Mi è dispiaciuto quando si è criticato subito il suo lavoro per qualche risultato negativo: questi avevano invece altre cause ben chiare - e ne abbiamo parlato sopra. Per far capire meglio che tipo di allenatore è Mazzarri, vorrei fare un esempio confrontando le categorie dei medici e dei chirurghi. Il medico ti cura con le medicine e a lungo andare queste possono anche danneggiarti; il chirurgo, invece, intervenendo anche su organi vitali direttamente, può esportare e rigenerare, facendo tornare il corpo bello guarito. Mazzarri è medico e chirurgo, perché cura la squadra ma sa incidere profondamente. E' una cosa rara, e il caso Ljajic ne è un esempio. Nelle situazioni gravi, comunque, per evitare una ricaduta, bisogna stare allerta per diverso tempo - e in questo caso, per qualche mese.

 TURIN, ITALY - APRIL 08: Team of Torino FC celebrate victory at the end of the Serie A match between Torino FC and FC Internazionale at Stadio Olimpico di Torino on April 8, 2018 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

"Hai accennato alla rinascita di Ljajic. Anche ieri il serbo ha fatto una partita totale, correndo come un centrocampista. E anche Belotti si è reso protagonista di un'altra prestazione generosa.

"Adesso Ljajic sta giocando da mezz'ala, e corre più di tutti. Aver trovato uno come Mazzarri può essere un qualcosa di chiave per la sua carriera, è un allenatore che potrebbe avergli cambiato la vita. Belotti ha ritrovato la sua condizione psico-fisica eccellente, come dimostrato già nel recente passato. Non ce l'ha fatta a fare gol ieri, ma era difficile: se continua così ritroveremo presto il Belotti che conoscevamo. E adesso arrivano partite dove lui potrà senza dubbio segnare.

"Mancano sette giornate al termine del campionato, e poi inizierà un nuovo capitolo per il Torino. Cosa dobbiamo aspettarci? Anche dalla società, naturalmente.

"Partiamo dalla situazione che si era creata: quando c'è un esonero, necessariamente questo lascia strascichi che vanno assorbiti piano piano. La situazione adesso si è stabilizzata, e si deve stare molto attenti a non sbagliare niente ora - e non solo nell'ambito tecnico dell'allenatore, ma anche come società, e qui la cosa diventa molto ampia da analizzare. Il Torino ha un Presidente che è diventato uno dei maggiori imprenditori d'Italia, e di certo io non posso insegnargli nulla in questo senso. L'unica cosa che posso dirgli, è di stare molto attento da questo momento fino alla fine del mercato estivo. Lui, in altre situazioni, si è fatto portare un po'  fuori-starda e non deve fare questo errore. Esperienze negative ne ha avute abbastanza. In questo frangente oltre a valutare l'aspetto tecnico, deve tenere presente che nel calcio - come nella finanza - basta pochissimo per cambiare le cose in meglio o in peggio, anche solo una parola fuori luogo. Perché descrivere lo svolgimento del gioco del calcio è semplice, ma questa semplicità può essere intaccata anche da un niente - che poi si ripercuote sul tutto.

"In cosa può migliorare, nel periodo medio-breve, il Toro in questo senso?

"E' importantissimo migliorare ogni aspetto, e sarà importantissimo - vista l'esperienza acquisita - curare anche alcune cose che finora non sono state affrontate con la dovuta forza. Ad esempio, mi dispiace tantissimo che il Torino venga ancora maltrattato (o poco considerato) da una certa classe arbitrale. Anche ieri c'è stato un momento in cui l'arbitro sfavoriva in piccole cose il Torino, con falli fischiati nel momento "giusto" agli avversari: sono piccolezze, ma che fanno grande differenza alla fine. Lì siamo ancora poco considerati, è uno degli aspetti da migliorare.