Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

gazzanet

Rampanti: “Teniamoci il risultato e basta. Zaza-Belotti? Serve partecipazione”

Parola al mister / Il commento del nostro Serino Rampanti su Torino-Genoa 2-1

Lorenzo Bonansea

"Il Torino torna alla vittoria dopo il solo punto conquistato contro Parma e Cagliari, e aggancia il sesto posto tornando in zona Europa League. Per riflettere approfonditamente su quanto successo allo stadio "Grande Torino", come di consueto, abbiamo dato la “Parola al Mister” Serino Rampanti.

"Serino, il leitmotiv di questo post-partita è quello del "vince ma non convince". Sei d'accordo?

"Di questa partita mi tengo solo il risultato. La squadra per il resto non mi è piaciuta, mi sono entusiasmato solo contro la Samp e bisogna stare attenti a fare i complimenti a questa squadra. E per questa gara non ci sono complimenti. E' sempre positivo quando non giochi bene e fai risultato, al contrario di quando fai bene ma non lo fai: meglio così dunque, per carità. Per questo dobbiamo essere soddisfatti, però, c'è ancora tantissimo da fare.

"Spesso abbiamo usato la metafora del pugile abbattuto e che negli incontri successivi deve cercare di "non prenderle". Dopo il k.o. di Parma, c'è stata comunque una "crescita".

"La squadra aveva bisogno di rimettersi in sesto dopo la sconfitta con il Parma, un k.o. pesante. Si è ripresa a Cagliari leggermente e si è ripresa ieri. Questo risultato è arrivato, ma si è notato che i giocatori non erano sciolti e sicuri: il risultato col Parma ha lasciato scorie, e queste scorie possono essere eliminate del tutto non tanto nella partita di Coppa ma solo a Milano, la prossima settimana. Il risultato, ricordiamocelo, porta sempre sicurezza - e il giocatore può essere più libero da pensieri quando va fuori casa. Il Toro ieri non era sicuro nelle giocate, il gioco non scorreva, non era sciolto. E si può analizzare il perché di questo.

"Nel 3-4-1-2 di ieri, come hai visto i due centrocampisti davanti alla difesa?

"Giocando con due attaccanti e con Iago libero di svariare, davanti alla difesa Mazzarri ha messo i due "constrastatori" della squadra, che sono Meite e Rincon. Non è nelle loro corde velocizzare il gioco, perché per farlo non bisogna essere veloci nella corsa ma nel disimpegno. Spesso Rincon perde tempo nel controllo, ma perché non è nelle sue caratteristiche fare diversamente. Però se arrivasse a fare qualche tocco in meno ci guadagnerebbe la scioltezza nella manovra. Meite è più bravo in questo, ma la sua struttura non gli permettere di essere svelto nei disimpegni. Quindi sono bravi nel reggere l'azione avversaria, ma meno bravi nella distribuzione veloce, e la squadra ha risentito di questo. Il gioco ha mancato di brillantezza.

"Tra le note positive (risultato a parte) c'è la prestazione di Ansaldi.

"Quella di ieri credo sia stata una delle migliori partite di Ansaldi nel Torino. Ha recuperato molto bene, ogni tanto stare fuori non è detto che faccia male. Si è ricaricato e in campo ha fatto vedere tutte le sue qualità, è un giocatore che quando sta bene è estremamente importante: a differenza di altri, gioca bene con tutti e due i piedi, e ieri tra l'altro ha fatto anche gol. E' stato bravissimo in tutto. Però non deve fare come altri in passato, che dopo partite bellissime han forse festeggiato troppo in settimana... Deve continuare sempre così per diventare uno importante. Il Torino sta accarezzando una posizione di classifica bella, ma deve mantenerla e migliorarla. E per farlo, ogni giocatore dovrà avere il rendimento di Ansaldi ieri: così facendo quella posizione si potrà consolidare e magari migliorare.

"Come ha visto la scelta di Mazzarri di puntare sul tridente?

"Intanto mi ha fatto piacere vederlo in campo di nuovo, in forma. A gioco lungo (ed un campionato è lungo) viene sempre premiato colui che è coerente e ha polso fermo sulle proprie convinzioni. Nel caso di Mazzarri, convinzioni di principio sul sistema di gioco (cioé disposizione in campo dei giocatori). Mazzarri in tutto il suo percorso alla guida del Toro ha dimostrato di possedere questa coerenza, ma anche di essere sempre alla ricerca (quando necessario) di soluzioni tattiche che possano permettere ai singoli della rosa di avere l'opportunità di giocare. Ieri, inserendo Zaza dal 1' non ha fatto che questo e bisogna dargliene atto.

"Iago Falque ha agito da "tutto-fare" sulla trequarti.

"Nei miei precedenti interventi su Toro News h0 fatto notare alcune cose che ritengo importanti e che vorrei approfondire. Ad esempio, Iago Falque quando gioca nel suo ruolo naturale, cioé esterno alto di destra, è un ottimo giocatore e ciò è dimostrato dal suo altissimo rendimento nel Torino sia come partecipazione al gioco ed anche dall'alto numero di gol realizzati con continuità. Nel campionato italiano, come qualità tecniche in quel ruolo, a mio parere, solo Suso del Milan gli tiene testa. Quando Iago fa il centrocampista avanzato diventa un buon giocatore, meno determinante nel numero di gol e meno determinante nelle giocate, anche se ieri ne ha fatta una - quella del rigore. Ma se si va a ben vedere, conclude molto meglio quando parte da esterno.

"Veniamo all'argomento più caldo, quello "Zaza-Belotti". La mia sensazione è che spesso i loro movimenti siano confusionari e poco legati fra loro.

"La difficoltà di Zaza e Belotti sta nell'integrarsi ed essere complementari nell'economia di gioco della squadra. Mi spiego meglio, e visto che si parla del Toro, prendo ad esempio due grandi del passato con cui ho giocato, ovvero Pulici e Graziani. Di Graziani ricordo anche che prima del Torino eravamo militari insieme a Roma, e settimanalmente relazionavo ad Ellena sul giocatore. Perche loro due si integravano molto bene ed erano complementari? Semplice: uno (Pulici) era fenomenale in fase conclusiva, l'altro (Graziani) eseguiva più fasi di gioco, tornava, aiutava molto concretamente i compagni alla riconquista del pallone, partecipava attivamente alla costruzione della manovra ed andava a concludere. Certo, con meno risultati del compagno nelle realizzazioni, ma di certo con una media gol non trascurabile rispetto al dispendio di energie che sosteneva in partita. Ecco, seppur col minore tasso tecnico degli attuali attaccanti del Toro rispetto ai due super campioni sopraccitati, l'economia di gioco del Torino non può prescindere da questo tipo di partecipazione se si insisterà con l'impiego contemporaneo di Zaza e Belotti. Perché solo seguendo questo principio si potrà aspirare a raggiungere risultati importanti: dai due non si può pretendere la bravura di Pulici e Graziani, ma nel gioco moderno almeno uno degli attaccanti a turno o tutti e due devono partecipare con costrutto a più fasi di gioco. E se così non sarà, si avranno sempre scompensi che si ripercuoteranno nell'economia di gioco della squadra.

"Guardando la classifica, però, il Toro si trova al sesto posto.

"Il rendimento è stato altalenante, eppure il Toro è. lì. E se penso alle occasioni buttate e gli errori arbitrali, si rifletta a dove si poteva essere oggi. Nella vita non bisogna precludersi alcun traguardo, limiti gà prestabiliti, il riferimento è sempre a quell'annata dove per un pelo non abbiamo vinto lo scudetto nel '71/72, quando l'anno prima c'eravamo salvati per il rotto della cuffia. L'errore mentale dei giocatori è accontentarsi, guai a sedersi sugli allori: quello che è succeso dopo la gara contro la Samp non può più accadere. Prendiamo esempio da altre squadre, dove ci sono super campioni ma che lottano come una squadra operaia, mette il massimo impegno, e infatti ha staccato tutte le altre. Bisogna copiare da questi esempi, questa deve essere la mentalità. C'è tanto da lavorare. Nel girone di andata mancano cinque partite, di cui tre con grandi squadre, Milan, Juve e Lazio. Alla fine di questo girone, si avrà il peso esatto della situazione. Dopo questo risultato, comunque, sono ottimista per la partita contro il Milan: primo perché fuori casa il Toro gioca meglio, e poi perché una vittoria dà sempre morale. Vedremo, tenendo presente che c'è la partita di Coppa in mezzo contro il Sudtirol, e lì bisogna fare risultato. Mai mollare insomma.