Lascia qualcosa in più dell’amaro in bocca, la sconfitta del Toro ieri in casa della Roma. Oltre che per gli 0 punti portati a casa, infatti, a far male al mondo granata è il passivo molto pesante con cui si è usciti dall’Olimpico, contro una squadra sì nettamente più forte, ma non priva di punti deboli come la Roma di Spalletti.
I punti deboli, però, li ha mostrati sin dai primi istanti di partita, il Toro: atteggiamento molle e poco incline alla difesa, i granata hanno pagato la scarsa cattiveria agonistica molto presto, con Dzeko che approfitta di una dormita generale per segnare da fuori l’1-o Roma, senza che nessuno tra i granata riuscisse a mettere il piede tra la palla e la porta. Proprio il primo gol giallorosso è emblematico di quanta poca attenzione ci sia tra le fila granata in fase di copertura, e di fatto subire una rete – contro una squadra tanto forte – nei primi minuti, non può che rendere quantomeno difficile il prosieguo della gara.

Il gol di Salah – anche lui troppo libero di concludere a rete – fa da eco ai limiti granata, che comunque riescono ad uscire dal guscio, ma producono solo tre chances, tutte sprecate: il bel tiro di Lukic è forse quella più nitida e quella alla quale non si possono imputare errori tecnici e di movimento, ma la sfera su cui non arriva Baselli e l’anticipo subito da Benassi potevano sicuramente essere sfruttati in maniera diversa.
Il finale di partita, poi, serve solo ai fini del tabellino: il Toro subisce l’eurogol di Paredes, Miha toglie Iago e non Ljajic (leggi qui), e cambia addirittura modulo inserendo poi Boyé e Maxi Lopez, quando il risultato era ormai deciso (qui il pensiero in merito di Rosario Rampanti). I gol dello stesso argentino e di Nainggolan valgono solo per il referto finale: un referto che dice Roma 4 e Torino 1, e mai – in questa stagione – risultato era stato più eloquente. Sotto tutti i punti di vista, non solo numerici.
Più che la difesa ciò che ha fatto più pena è stato il centrocampo
Ottimo toro quest’anno, sono veramente contento