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Rubin, un altro modo per dire ‘speranza’

Sei partite. Solo sei. Sono tutte quelle giocate da Matteo Rubin con la maglia del Torino. Anzi, sei apparizioni in campo; per un totale di appena 245 minuti. Perché le gare intere sono state addirittura due. Com’è...

Redazione Toro News

"Sei partite. Solo sei. Sono tutte quelle giocate da Matteo Rubin con la maglia del Torino. Anzi, sei apparizioni in campo; per un totale di appena 245 minuti. Perché le gare intere sono state addirittura due. Com’è possibile giudicare un giocatore, per parafrasare De Gregori, sulla base di due partite disputate? Eppure, la tifoseria granata l’ha fatto. Senza equivoci, perché vagliando le opinioni dei tifosi emerge chiaramente che quella (molto positiva) maturata verso il calciatore è tra le più nette e sicure. Ma, a scanso di equivoci, di chi potrebbe pensare che si tratti di idee filtrate dall’affetto, o dalla speranza, è in linea di massima la stessa opinione degli addetti ai lavori.

"Rubin ha stupito, questo è fuori di dubbio. Arrivato dalla Serie C, dal Cittadella, fa sperare i sostenitori di vecchia data di rivedere in lui la parabola di Crippa, anch’egli arrivato dalla terza categoria ed immediatamente diventato un punto fermo della squadra. Solo una cosa si augurano non si ripeta: l’esito della favola, ossia una rapida cessione al miglior offerente del talentino. Timore, questo, che per ora non ha fondamento, se è vero che Cairo ha allontanato l’Udinese, interessata al ragazzo, senza nemmeno ascoltarne le proposte.

"Stupore, si diceva. Rubin è piaciuto sin dal ritiro estivo di Malles, quello del 2007. La sua grinta e la sua tenacia non sono passate inosservate agli occhi di tifosi particolarmente idonei a valutare questo genere di doti. Ma non si tratta solamente di volontà: il ragazzo ha del talento vero, sa crossare, sa portare avanti la palla in velocità, e considerando l’età acerba non ha nemmeno lacune incolmabili sotto l’aspetto tattico. Terzino equilibrato, attacca con forza ma non è uno di quei fluidificanti che lasciano scoperta la propria zona difensiva di competenza. Tutto questo, appunto, è stato visto in poche partite; la prima intera è stata infausta, a Parma, la seconda vincente, contro la Sampdoria, quando fu forse il migliore in campo. Si è visto in poche partite perché certe qualità o ci sono o non ci sono: se ci sono, non c’è bisogno di molte conferme.

"Come sappiamo, la sfortuna gli ha tarpato le ali al momento di prendere il volo; ma il volo è solo rimandato. Rubin quest’anno parte da “riserva”, come è giusto che sia quando davanti si ha un compagno bravo ed esperto come Marco Pisano. De Biasi, che nel delicatissimo finale di campionato lo ha centellinato puntanto sulla sicurezza in un frangente che richiedeva altre doti che non l’irruenza giovanile, lo sta valutando, e le sue valutazioni sono molto positive; tali da dare l’avallo alla cessione di Salvatore Lanna (che si concretizzi o meno, queste sono questioni societarie). E’ convinzione comune che il giovane veneto, 21 anni compiuti 30 giorni fa, scalerà le posizioni, in squadra; e tornerà presto a vestire la maglia azzurra.