Una figura mitica, entrata a suo modo nella leggenda. Stiamo parlando di Sauro Tomà, l'ultimo ed unico superstite del Grande Torino. Sono 92 le candeline che quest'oggi spegnerà l'uomo che è passato alla storia come predestinato, baciato dalla fortuna. L'ex difensore venne acquistato da Ferruccio Novo nel 1947, per fare parte dell'organico del Grande Torino. Fu proprio all'ombra della Mole che Sauro si mise in mostra e si consacrò all'interno di un collettivo straordinario, destinato a perire sciaguratamente.
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Sauro Tomà, l’ultimo superstite del Grande Torino compie 92 anni
Figurine / 92 anni fa nasceva il 'predestinato': un infortunio al ginocchio non gli permise di partire alla volta di Lisbona con i compagni
Soltanto una fatalità fece in modo che Tomà non partecipasse alla trasferta granata passata alla storia per il al disastro aereo di Superga. Pochi mesi prima della gara di Lisbona infatti, Tomà subì un infortunio al menisco che lo costrinse a non partecipare all'impegno in Portogallo degli 'Invincibili'. Un infortunio che gli salvò la vita. Il 4 maggio 1949, con i granata di ritorno dalla capitale portoghese, lo schianto contro la basilica di Superga che provocò la morte di tutti i passeggeri e fece entrare i giocatori del Grande Torino nella leggenda. Una sciagura di cui Tomà non fece parte solo per una fatalità.
Dopo la scomparsa nel 2011 del secondo portiere Renato Gandolfi, anche lui restato in Piemonte in occasione della trasferta, il difensore è ad oggi l'ultimo ed unico superstite del Grande Torino. In maglia granata collezionò 77 presenze indossandola sino al 1950; poi, oppresso dal ricordi della tragedia, decise a malincuore di cambiare squadra. Si trasferì quindi al Brescia per poi chiudere la propria carriera al Bari.
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