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Sciuponi ma vincenti

di Edoardo Blandino

Si torna a sperare. Gli sguardi di terrore apparsi negli occhi dei tifosi granata in occasione del pareggio di Contini lasciano spazio a sospiri di sollievo e sorrisi di gioia al...

Edoardo Blandino

di Edoardo BlandinoSi torna a sperare. Gli sguardi di terrore apparsi negli occhi dei tifosi granata in occasione del pareggio di Contini lasciano spazio a sospiri di sollievo e sorrisi di gioia al fischio finale di De Marco: sono arrivati i tre punti tanto agognati. Questa era la prima vera partita per De Biasi, dopo che il calendario proponeva due scontri impossibili dal suo arrivo. Il mister e la squadra non hanno fallito. Una partita (quasi) perfetta che nell’arco dei 90’ è sembrata riproporre il canovaccio ricorrente in questa stagione: grande cuore, molti errori e tanta, tanta, tanta sofferenza. Il Toro ha sbagliato almeno tre clamorose palle-gol e non è riuscito a chiudere la partita, subendo l’assalto finale dei partenopei, rintanata nel proprio fortino rinforzato anche dall’ingresso del terzo centrale Franceschini a 15’ dal termine. De Biasi ha badato alla sostanza più che all’estetica, rinunciando ad impensierire i napoletani nella speranza di far trascorrere il tempo rimanente. Scelta azzeccata. Anche perché fino alla metà del secondo tempo la partita l’aveva fatta la squadra di Cairo, partita con solito camaleontico 4-1-4-1 che poteva trasformarsi in 4-2-3-1 o 4-4-2 oppure in un 4-4-1-1 a seconda dei movimenti di Diana, Rosina e Di Michele (sempre sciupone, ma stavolta decisivo). Il ruolo del play-maker ha esaltato le qualità di Corini che ha disputato un’ottima gara, dettando i tempi di ogni giocata, Zanetti e Grella non erano in perfette condizioni, ma hanno contribuito a dare solidità ad un centrocampo in inferiorità numerica allorché un mediano si spingeva in appoggio a Stellone. Il Napoli, dal canto suo, viveva più sulle fiammate personali che sul gioco corale ed Hamsik è stato una spada di Damocle per tutti i 90’. Il Napoli non si è difeso ordinatamente come al solito ed è stato bucato diverse volte, come in occasione del fallo di Domizzi su Di Michele, che ha provocato il rigore trasformato da Rosina, o del raddoppio granata quando Stellone ha protetto palla e pescato proprio il numero 17 completamente solo in area avversaria. Ma ci sono anche le occasioni sprecate sempre dall’autore del secondo gol e da Stellone per chiudere la partita. Il Toro, come detto, si è chiuso bene e non è servito a Reja inserire l’ex di turno Calaiò, gli ultimi brividi sono arrivati da lontano con le sberle del solito Hamsik. Poi c’è solo più stato tempo per un tripudio dagli spalti che sa molto di salvezza.