di Alessandro Salvatico
toro
Se non per la classifica…
di Alessandro Salvatico
Bell'alibi, partire sconfitti. "Nessuno ci dirà nulla, se oggi perdiamo". Potrebbe essere questo il pensiero di oggi del perdente a prescindere. Ma è...
Bell'alibi, partire sconfitti. "Nessuno ci dirà nulla, se oggi perdiamo". Potrebbe essere questo il pensiero di oggi del perdente a prescindere. Ma è sbagliato.Buona scusa, lo scontro non certo diretto. "Anzi, magari tanto vale non spendere troppe energie, ché le prossime sì che contano", succederà di riflettere alla vittima sacrificale di questa domenica. Ma anche questo è sbagliato.Sono parole, queste, che non devono nemmeno passare per la testa dei giocatori del Torino quando oggi entreranno sul terreno di gioco di San Siro. Sono professionisti, sono calciatori di Serie A, sono del Toro. Sono professionisti, per cui devono fare al meglio delle loro possibilità il loro lavoro. Sono calciatori di A, esattamente come quelli che si troveranno di fronte, esperti e navigati. Sono del Toro, e devono ricordarselo e dimostrarlo.In questi giorni è ricorrente l'argomento delle contestazioni. I granata si sentono contestati dal proprio pubblico (per quanto quella che hanno subito ieri i loro colleghi della Lazio sia una cosa diversa da quella "patita" dai nostri eroi; quella sì, è una contetazione). I tifosi si sentono traditi dai proprii beniamini, e ciononostante li hanno incitati per 90 minuti, fischiando in massa solo alla fine dei due tempi, pur davanti ad uno spettacolo osceno come Torino-Reggina dello scorso mercoledì.Il rapporto tra squadra e tifosi è in crisi, o per lo meno in bilico. Gli allenamenti a porte chiuse, ininterrotti ormai da due mesi, stanno allontanando la gente dai giocatori stessi, e difficilmente questo può servire a creare del dialogo (si pensi al ritiro super-blindato della Borghesiana) o a smorzare le tensioni quando poi si aprono i cancelli dello stadio. Difficilmente un bambino tifoso del Toro e residente a Roma, o a Savona, amerà ancora di più il granata se, nell'unica occasione in cui ha la possibilità di avvicinarlo, ne viene respinto.Cosa c'entra tutto questo con la partita di oggi? A mio giudizio, c'entra. E' vero, oggettivamente: è difficile che la gara di San Siro possa portare benefici alla classifica del Torino. Ma può e deve servire nell'ottica del rapporto squadra-tifosi. Gli undici che scenderanno in campo oggi dovranno mostrare tutto l'impegno, l'attaccamento, la professionalità di cui sono capaci. Basterebbe; è stata sufficiente qualche corsa in più perchè la sconfitta interna contro la Roma non generasse fischi da parte degli spettatori. Oggi è un'occasione, per lo meno sotto questo aspetto: i giocatori la colgano. Se poi insieme ci scappasse anche il colpaccio (o anche solo il colpetto) sul campo, tanto di guadagnato.
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di Alessandro Salvatico
Bell'alibi, partire sconfitti. "Nessuno ci dirà nulla, se oggi perdiamo". Potrebbe essere questo il pensiero di oggi del perdente a prescindere. Ma è...
Bell'alibi, partire sconfitti. "Nessuno ci dirà nulla, se oggi perdiamo". Potrebbe essere questo il pensiero di oggi del perdente a prescindere. Ma è sbagliato.Buona scusa, lo scontro non certo diretto. "Anzi, magari tanto vale non spendere troppe energie, ché le prossime sì che contano", succederà di riflettere alla vittima sacrificale di questa domenica. Ma anche questo è sbagliato.Sono parole, queste, che non devono nemmeno passare per la testa dei giocatori del Torino quando oggi entreranno sul terreno di gioco di San Siro. Sono professionisti, sono calciatori di Serie A, sono del Toro. Sono professionisti, per cui devono fare al meglio delle loro possibilità il loro lavoro. Sono calciatori di A, esattamente come quelli che si troveranno di fronte, esperti e navigati. Sono del Toro, e devono ricordarselo e dimostrarlo.In questi giorni è ricorrente l'argomento delle contestazioni. I granata si sentono contestati dal proprio pubblico (per quanto quella che hanno subito ieri i loro colleghi della Lazio sia una cosa diversa da quella "patita" dai nostri eroi; quella sì, è una contetazione). I tifosi si sentono traditi dai proprii beniamini, e ciononostante li hanno incitati per 90 minuti, fischiando in massa solo alla fine dei due tempi, pur davanti ad uno spettacolo osceno come Torino-Reggina dello scorso mercoledì.Il rapporto tra squadra e tifosi è in crisi, o per lo meno in bilico. Gli allenamenti a porte chiuse, ininterrotti ormai da due mesi, stanno allontanando la gente dai giocatori stessi, e difficilmente questo può servire a creare del dialogo (si pensi al ritiro super-blindato della Borghesiana) o a smorzare le tensioni quando poi si aprono i cancelli dello stadio. Difficilmente un bambino tifoso del Toro e residente a Roma, o a Savona, amerà ancora di più il granata se, nell'unica occasione in cui ha la possibilità di avvicinarlo, ne viene respinto.Cosa c'entra tutto questo con la partita di oggi? A mio giudizio, c'entra. E' vero, oggettivamente: è difficile che la gara di San Siro possa portare benefici alla classifica del Torino. Ma può e deve servire nell'ottica del rapporto squadra-tifosi. Gli undici che scenderanno in campo oggi dovranno mostrare tutto l'impegno, l'attaccamento, la professionalità di cui sono capaci. Basterebbe; è stata sufficiente qualche corsa in più perchè la sconfitta interna contro la Roma non generasse fischi da parte degli spettatori. Oggi è un'occasione, per lo meno sotto questo aspetto: i giocatori la colgano. Se poi insieme ci scappasse anche il colpaccio (o anche solo il colpetto) sul campo, tanto di guadagnato.
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