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Sereni è come il vino

Meno male che c’è lui. Meno male che c’è Matteo Sereni. Se non fosse per il numero 1 granata oggi non si parlerebbe di una sconfitta con l’Ancona, ma di una disfatta. Il portierone granata...

Edoardo Blandino

"Meno male che c’è lui. Meno male che c’è Matteo Sereni. Se non fosse per il numero 1 granata oggi non si parlerebbe di una sconfitta con l’Ancona, ma di una disfatta. Il portierone granata è sempre una sicurezza ed è difficile vederlo sbagliare qualcosa, anche se come tutti i numeri uno qualche errore lo ha fatto pure lui. Da quando è arrivato al Toro ogni volta che mancava dai pali c’era sempre grosso timore su come si sarebbe comportato il suo compagno di reparto. E purtroppo Sereni è soggetto a diversi problemi fisici, anche perché ora non è più un giovincello. L’11 febbraio ha compiuto la bellezza di 35 anni, ma i portieri sono come i vini: invecchiando migliorano. D’altronde quello dell’estremo difensore è un ruolo particolare. Non si deve correre e con gli anni non cala il fiato. Avanzando parecchio con l’età può venire meno il riflesso fulmineo, ma il buon portiere non è quello che fa parate spettacolari, bensì quello meglio piazzato in porta. Zoff, quando vinse il mondiale, pur compiendo degli splendidi interventi, si affidava maggiormente al posizionamento che ai tuffi per i fotografi. Ed è giusto che sia così, perché a volte è in quel mezzo passo in più che sta la differenza tra una parata o un gol subito. Anzi, capita spesso che il portiere abituato ai voli da cineteca ne sia costretto a causa dell’errato posto occupato tra i pali. Fortunatamente non è questo il caso di Sereni. Il granata era da giovane considerato uno dei più promettenti portieri italiani. Con il passare degli anni, però, non è mai riuscito a sfondare. Il motivo? Nei suoi anni biancocelesti, quando avrebbe dovuto compiere il salto di qualità, dopo i vari pellegrinaggi in giro per l’Italia e l’Inghilterra, si è trovato chiuso da Peruzzi. Al Torino ha ritrovato una seconda giovinezza e pare incredibile che nessun commissario tecnico lo abbia mai chiamato in nazionale. Ma si sa, il calcio a volte è strano.

"(Foto: M. Dreosti)