di Alessandro Salvatico
toro
Si parte (finalmente)
di Alessandro Salvatico
Ora che il Torino ha trovato l’allenatore, che non è più in balia delle titubanze di Rossi o dei ricattucci del Siena, che non è più vittima...
"Stefano Colantuono è un ottimo tecnico. I risultati parlano per lui: promozione in C1 con la Samb, play-off con il Perugia, promozione e poi ottava piazza in A con l’Atalanta. E, caratterialmente, sembra un uomo “da Toro”, anche giudicando dalle sue prime parole granata (“essere qui è una grande cosa, chi non lo capisce non lo voglio con me”), oltre a partire con un “bonus” derivante dall’aver accettato le proposte granata senza esitare mai a differenza dei colleghi che l’hanno preceduto nei tentativi cairoti.
"Partiamo proprio da qui: dalle proposte che il numero uno di via dell’Arcivescovado ha avanzato ad altri tecnici. Rossi, Giampaolo, anche Beretta. L’esito, tecnicamente ottimo, è Colantuono, il che significa aver accolto l’indicazione di Rino Foschi. Per chi ha bene in mente la conduzione solitaria, refrattaria ai consigli, che Urbano Cairo ha portato avanti alla guida del club fin dal suo insediamento, questa suonerà sicuramente come una novità positiva; un bell’elemento di partenza, per l’edificazione del nuovo Toro. Mitigato, però, dai precedenti tentativi di rincorrere altri nomi. Tentativi legittimi, ma certo la sensazione che la fiducia nei collaboratori, nel ds in questo caso, non sia affatto totale o illimitata, c’è.
"Se Cairo ha imparato da alcuni degli errori compiuti nei quattro anni della sua presidenza, sicuramente l’ha fatto al riguardo della durata dei contratti. Colantuono ha firmato infatti un 1+1, ben diverso da alcuni accordi sottoscritti in passato dall’editore (De Biasi peserà ancora fino al 2010 sui bilanci, per dirne una. Ad una nota positiva se ne affianca una di segno opposto, legata ad altri tempi, non quelli dei vincoli contrattuali ma quelli delle trattative: come abbiamo già avuto modo di sottolineare, la vicenda-Colantuono rappresenta sostanzialmente la perdita, ingiustificata, di 15 giorni di mercato.
"In questa alternanza di cose buone e cose cattive, notiamo ancora come Cairo abbia fatto bene a non cedere al ricattuccio del signor Lombardi Stronati, che chiedeva denari (e non pochi) per liberare un allenatore che probabilmente aveva perso in ogni caso; un po’ di decisione, una piccola dimostrazione di forza. Ma la stessa richiesta del presidente senese probabilmente non avrebbe avuto luogo se i rapporti tra i due fossero stati migliori, non “arrugginiti” dall’errato approccio di Cairo con Giampaolo senza passare dalla proprietà, errore questo compiuto in diverse occasioni nel passato anche recente (vedasi Preziosi, per Gasbarroni).
"Difficile capire, dunque, se il numero uno del Torino si sia definitivamente lasciato alle spalle alcuni errori che hanno minato in passato un percorso lastricato dalle migliori intenzioni. Soprattutto, da accertare se abbia intenzione o meno di delegare, e totalmente, il calciomercato ai collaboratori. Certo, aver trattenuto uno come Rino Foschi per la Serie B e poi delegittimarlo sarebbe quanto mai assurdo; dalle prese di coscienza di Cairo, dalle modalità che il presidente sceglierà di applicare nel guidare la società, dipenderà la costruzione di un Torino pronto a ripartire, a risalire, subito e per sempre (o per lo meno molto a lungo).
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