"Dov’eravamo rimasti? Sospesi a un anno di distanza dalla promozione in A, poi fallita per cause societarie, in attesa che si potesse ripetere l’impresa. Già, proprio 365 giorni fa, giorno più, giorno meno, Torino aveva vissuto l’incanto di un lieto ritorno nella massima serie, dopo aver combattuto con il coltello tra i denti nelle quattro partite playoff, conquistando dapprima il terzo posto in campionato. C’era però un fantasma sospeso per aria e riguardava la difficile situazione societaria, che poi è esplosa pochi giorni dopo quando, in una serata già calda, arrivò la notizia che il fu Torino Calcio 1906 era stato visitato dalla Guardia di Finanza. Mesi di tensione, fallimento, Lodo Petrucci e infine l’arrivo di Urbano Cairo e la sua trattativa infinita. Squadra costruita in una settimana e poco più, giocatori tutti nuovi e senza preparazione, una sola settimana di ritiro pre campionato ad Asti prima di presentarsi al via contro l’Albinoleffe.
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Sogno di un’impresa di mezza estate
Dov’eravamo rimasti? Sospesi a un anno di distanza dalla promozione in A, poi fallita per cause societarie, in attesa che si potesse ripetere l’impresa. Già, proprio 365 giorni fa, giorno più, giorno...
"Fu una liberazione vedere tornare in campo quelle maglie granata che stavano vivendo una seconda giovinezza dopo 99 anni di storia più 1, questo. Fu subito vittoria e la squadra non perse mai le prime posizioni, salvo nel periodo invernale in cui le cose non andarono benissimo, ma per fortuna tutto si concluse senza isteria da parte di nessuno. Cairo è un personaggio che infonde fiducia, che sa dare la carica giusta all’ambiente perché ci crede egli stesso. Impensabile vedere, nei tempi che furono, Cimminelli in mezzo alla folla a incitare i tifosi e ,se mai l’avesse fatto, non si sa come sarebbe andata a finire. Il presidente, o meglio il Papa, è stato sempre al fianco del suo tecnico, sostenendolo pubblicamente. Se qualcosa non va è meglio discuterne tra le mura domestiche che farsi vedere in difficoltà davanti agli altri, è una prova di debolezza e Cairo è uno tenace che difende i suoi uomini perché sono scelte sue.
"A settembre nessuno avrebbe preteso la promozione immediata, l’importante era continuare a vivere, a sognare nuove imprese, senza fretta. Per fortuna è andata meglio rispetto alle aspettative e in un anno la Torino granata ha ritrovato euforia, compattezza, passione dei vecchi tempi. Gli dei qualche volta amano i più deboli che hanno sofferto, perché alla fine di tutto c’è sempre un equilibrio che va a contrastare le ingiustizie, basta crederci. I 60mila di domenica sera la Juve se li sogna in Champions League, questa è la dimostrazione che a Torino il colore di moda è il granata, perché non è vero che è una città buia e fredda, ma caldissima e passionale, ci vuole solo qualcuno che sappia accenderla nel cuore. Questo Toro targato Cairo è riuscito nell’impresa e da ora in avanti la serie B diventerà un lontano ricordo. L’importante è fare un passo per volta, questo modo di pensare è molto sabaudo, ma alla fine paga sempre, sognare è bello, una realtà solida è ancora meglio.
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