di Andrea Abbattista
toro
Spacciati? Non ancora
di Andrea Abbattista
Manca una giornata al termine del girone d'andata e i punti fatti sono meno dello scorso anno: 15 contro 17. Non è tanto per contare le briciole che si guarda la classifica, quanto...
Manca una giornata al termine del girone d'andata e i punti fatti sono meno dello scorso anno: 15 contro 17. Non è tanto per contare le briciole che si guarda la classifica, quanto per rendersi conto che si può fare meglio e si deve fare meglio. Inutile pensare ancora ai gol annullati, ai punti persi che avrebbero potuto far parlare di altro in questo momento. Si deve pensare già alla prossima partita ricordandosi però quello che accade ogni domenica. Il passato deve aiutare. Deve aiutare soprattutto perché si è capito già da inizio anno che la difesa è un reparto "abbastanza" deficitario (il secondo peggiore dopo la Reggina), che a centrocampo ci sono ruoli non definiti come l'esterno sinistro piuttosto che il compagno ideale di Dzemaili. Poi che l'attacco non riesce ancora a trovare il giusto piglio non è cosa facilmente nascondibile. E' rimasto senza parole addirittura il Presidente che non si è esaltato dopo le due vittorie con Fiorentina e Napoli e aspetta ancora prima di dire la sua. Che dire poi di mister Novellino che ha dichiarato apertamente che serve un giocatore che faccia girare palla in mezzo al campo, qualcuno che riesca a dettare i tempi e domini a centrocampo.Detto tutto così sembrerebbe di parlare di una squadra spacciata senza capo né coda. Sarebbe troppo facile sparare a zero. Ma la vera forza è guardare la classifica e impegnarsi a fondo. Tra pochi giorni all'Olimpico la Roma sarà la boa della stagione. Inutile parlare di un nuovo inizio, perché partita dopo partita si deve crescere, non servono gli exploit una tantum. Magari quello può servire contro il Lecce tra due settimane, per poi ripetersi con la Reggina una settimana dopo e con il Chievo alla quarta di ritorno... quello sì che sarebbe un exploit che darebbe punti e morale. Tutto questo con il lavoro, prescindendo da rinforzi che potrebbero arrivare o meno. In ogni caso la parola d'ordine deve rimanere "essere positivi".
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