'Se lo vuoi non è un sogno'. A seguito della riunione di ieri della commissione di toponomastica si sono alzati i toni della discussione intorno alle sorti dello stadio Olimpico, proprietà del Comune e in affitto alla società di Urbano Cairo. Il Torino, come dichiarato dai consiglieri comunali, ricopre un ruolo fondamentale nella partita, che se giocata insieme al Comune potrebbe davvero portare ad una soluzione positiva per tutti. Per fare ulteriore chiarezza abbiamo sentito Giuseppe Sbriglio, ex assessore allo sport sotto la giunta Chiamparino che per primo prese in mano la questione “naming rights”, tifosissimo granata, oggi capogruppo per l' Italia dei Valori in Consiglio Comunale e avvocato civilista.
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Stadio Grande Torino: ”Comune e Toro sono la soluzione”
'Se lo vuoi non è un sogno'. A seguito della riunione di ieri della commissione di toponomastica si sono alzati i toni della discussione intorno...
Avvocato, cominciamo dal principio. A quando risale la proposta di cedere a terzi i diritti sul nome dello stadio Olimpico?
A quando finalmente, dopo un anno di pressioni verso l'Agenzia delle Entrate, riuscimmo a rimuovere le ipoteche dello stadio Filadelfia. Da lì iniziammo un percorso che prevedeva la valorizzazione degli impianti sportivi comunali e lanciammo un bando per dare la possibilità a soggetti privati di gestire il “naming rights”. Di tutti gli impianti, non solo dell'Olimpico.
Dunque anche il Palavela, il Palasport Ruffini, il Palastampa ecc.?
Sì certo. Questi impianti sono un patrimonio per la città e ospitano regolarmente eventi di rilevanza internazionale. Vendere il nome darebbe grande visibilità al soggetto acquirente e porterebbe non pochi benefici alle casse comunali. La nostra idea era di utilizzare poi questi soldi per l'interesse pubblico. Come per esempio destinarli alla Fondazione Filadelfia.
Oggi però niente di tutto questo si è verificato.
Una volta rimosse le ipoteche al Filadelfia abbiamo avviato un percorso simile per lo stadio Olimpico e per le altre strutture. Purtroppo con l'insediamento della nuova giunta non si è più proseguito su questa strada.
Quindi sullo stadio gravano ancora delle ipoteche?
Eccome. Ma sono convinto che se il Comune di Torino avviasse un percorso serio di collaborazione con l'Agenzia delle Entrate queste ipoteche potrebbero essere rimosse in breve tempo, proprio come facemmo noi nel giro di un anno. Ma le ipoteche non sono l'unico ostacolo che rende poco appetibile l'Olimpico tanto a Cairo quanto a soggetti privati.
Infatti. Ci risulta che vi sia ancora un mutuo da pagare.
Esatto. Con l'arrivo delle Olimpiadi invernali del 2006 l'allora Torino Calcio si prese l'impegno di provvedere alle spese di ristrutturazione e trasformare il Comunale nello stadio Olimpico. Purtroppo a seguito del fallimento della società del presidente Ciminelli il Comune si accollò le spese. Ben 40 milioni di euro. Aprimmo dunque un mutuo con le banche, che ancora stiamo pagando. Ma non è tutto. La manutenzione dello stadio costa circa 500 mila euro all'anno, a fronte di 250 mila euro versati dal Torino FC per l'affitto. Capisce bene che è una spesa per tutti.
Da ex assessore quale soluzione suggerisce?
Da consigliere comunale invito caldamente il sindaco Fassino a prendere in mano la questione e ad impegnarsi seriamente perchè venga risolta per il bene di tutti. E' un decisionista, faccia qualcosa. Anzitutto è necessario che il Comune si adoperi per rimuovere le ipoteche tramite l'Agenzia delle Entrate. Oppure avviare un percorso con le autorità giudiziarie e vedere se davvero quelle ipoteche hanno senso di esistere. Il Tribunale di Torino è rapido. Avessimo cominciato un anno fa a quest'ora probabilmente avremmo già un primo grado di giudizio.
E il Torino che ruolo gioca in tutto questo?
Tolte le ipoteche e assolto il mutuo, Comune e società si troverebbero con le spalle al muro. La cui unica soluzione sarebbe quella di mettere in piedi un progetto comune. Da lì in poi l'onere dovrebbe prenderselo il Torino FC. A quel punto diventerebbe un dovere morale intitolare lo stado Olimpico al Grande Torino. Sono passati anni e non è stata fatta né una né l'altra cosa. Con la Juventus hanno risolto tutto in brevissimo tempo. Spetta a Fassino la prima mossa e a Cairo la seconda, in caso contrario saremo ancora qui a parlarne con il prossimo sindaco.
Redazione TN
© RIPRODUZIONE RISERVATA
'Se lo vuoi non è un sogno'. A seguito della riunione di ieri della commissione di toponomastica si sono alzati i toni della discussione intorno...
Avvocato, cominciamo dal principio. A quando risale la proposta di cedere a terzi i diritti sul nome dello stadio Olimpico?
A quando finalmente, dopo un anno di pressioni verso l'Agenzia delle Entrate, riuscimmo a rimuovere le ipoteche dello stadio Filadelfia. Da lì iniziammo un percorso che prevedeva la valorizzazione degli impianti sportivi comunali e lanciammo un bando per dare la possibilità a soggetti privati di gestire il “naming rights”. Di tutti gli impianti, non solo dell'Olimpico.
Dunque anche il Palavela, il Palasport Ruffini, il Palastampa ecc.?
Sì certo. Questi impianti sono un patrimonio per la città e ospitano regolarmente eventi di rilevanza internazionale. Vendere il nome darebbe grande visibilità al soggetto acquirente e porterebbe non pochi benefici alle casse comunali. La nostra idea era di utilizzare poi questi soldi per l'interesse pubblico. Come per esempio destinarli alla Fondazione Filadelfia.
Oggi però niente di tutto questo si è verificato.
Una volta rimosse le ipoteche al Filadelfia abbiamo avviato un percorso simile per lo stadio Olimpico e per le altre strutture. Purtroppo con l'insediamento della nuova giunta non si è più proseguito su questa strada.
Quindi sullo stadio gravano ancora delle ipoteche?
Eccome. Ma sono convinto che se il Comune di Torino avviasse un percorso serio di collaborazione con l'Agenzia delle Entrate queste ipoteche potrebbero essere rimosse in breve tempo, proprio come facemmo noi nel giro di un anno. Ma le ipoteche non sono l'unico ostacolo che rende poco appetibile l'Olimpico tanto a Cairo quanto a soggetti privati.
Infatti. Ci risulta che vi sia ancora un mutuo da pagare.
Esatto. Con l'arrivo delle Olimpiadi invernali del 2006 l'allora Torino Calcio si prese l'impegno di provvedere alle spese di ristrutturazione e trasformare il Comunale nello stadio Olimpico. Purtroppo a seguito del fallimento della società del presidente Ciminelli il Comune si accollò le spese. Ben 40 milioni di euro. Aprimmo dunque un mutuo con le banche, che ancora stiamo pagando. Ma non è tutto. La manutenzione dello stadio costa circa 500 mila euro all'anno, a fronte di 250 mila euro versati dal Torino FC per l'affitto. Capisce bene che è una spesa per tutti.
Da ex assessore quale soluzione suggerisce?
Da consigliere comunale invito caldamente il sindaco Fassino a prendere in mano la questione e ad impegnarsi seriamente perchè venga risolta per il bene di tutti. E' un decisionista, faccia qualcosa. Anzitutto è necessario che il Comune si adoperi per rimuovere le ipoteche tramite l'Agenzia delle Entrate. Oppure avviare un percorso con le autorità giudiziarie e vedere se davvero quelle ipoteche hanno senso di esistere. Il Tribunale di Torino è rapido. Avessimo cominciato un anno fa a quest'ora probabilmente avremmo già un primo grado di giudizio.
E il Torino che ruolo gioca in tutto questo?
Tolte le ipoteche e assolto il mutuo, Comune e società si troverebbero con le spalle al muro. La cui unica soluzione sarebbe quella di mettere in piedi un progetto comune. Da lì in poi l'onere dovrebbe prenderselo il Torino FC. A quel punto diventerebbe un dovere morale intitolare lo stado Olimpico al Grande Torino. Sono passati anni e non è stata fatta né una né l'altra cosa. Con la Juventus hanno risolto tutto in brevissimo tempo. Spetta a Fassino la prima mossa e a Cairo la seconda, in caso contrario saremo ancora qui a parlarne con il prossimo sindaco.
Redazione TN
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