di Paolo Morelli
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Superlega e supercazzola
di Paolo Morelli
Blob tra il serio e il faceto di una settimana di chiacchiere calcistiche.
E' ancora Paparesta a far parlare di sé. O meglio, è ancora...
Blob tra il serio e il faceto di una settimana di chiacchiere calcistiche.
E' ancora Paparesta a far parlare di sé. O meglio, è ancora Paparesta a parlare di sé. Lo ha fatto domenica a "Quelli che... il calcio", trasmissione condotta da Simona Ventura su Rai Due, e lo ha fatto in maniera abbastanza discutibile. L'ex arbitro ha parlato di «telefonate avvenute tra Moggi e un altissimo dirigente di Lega». L'ex arbitro diceva e non diceva, insinuava e non insinuava. Un atteggiamento che ritrovavamo spesso in un film, dal titolo "Amici miei". Come faceva giustamente notare Oliviero Beha al Tg3, nessuno ha chiesto a Paparesta chi fosse quell'«altissimo dirigente», domanda che in realtà sarebbe più che ovvia. Facile ipotizzare che si trattasse di Giancarlo Abete, ma certo non se ne possono avere le prove. Nessuno ha poi pensato di chiederlo a Paparesta, ma noi ci rifacciamo ad una sua recente dichiarazione, in merito a dei presunti "nemici" che l'avrebbero volutamente estromesso dal calcio: «se sapessi i nomi, li avrei già denunciati». Meglio non gettare il sasso e nascondere la mano, allora. Oppure, che Paparesta ci dica il nome del dirigente di Lega che parlava al telefono con Moggi. Anzi, precisiamo, del dirigente a cui Paparesta si riferiva, altrimenti la lista sarebbe troppo lunga.Uscendo dai confini nazionali - ma neanche troppo -, si torna a parlare di Superlega. Si tratterebbe di un campionato europeo per club articolato su 38-42 giornate che comprenderebbe le squadre più blasonate (e ricche) di ogni Paese (blasonato e ricco), con tanto di promozioni e retrocessioni. Chi si mostra favorevole è Sacchi, che dice: «Credo che alla fine il calcio è destinato a uscire dalla sfera provinciale o nazionale per abbracciare quella internazionale». Peccato che in Italia non ci siano solo Milan e Inter, che hanno sottoscritto il progetto insieme ad altri club come Barcellona e Manchester United, ma tutta un'altra serie di squadre che non avrebbero i mezzi per una Superlega che diventerebbe, di fatto, una nuova serie A. E poi per il panorama internazionale avevano inventato apposta le coppe europee, e i campionati per le selezioni nazionali. Tranquilli, ci pensa Zamparini a riportare tutti coi piedi per terra. «Macché Superlega! - sbotta - Pensiamo a pagare gli stipendi». E qui in Italia, di stipendi non pagati ne sappiamo qualcosa. Zamparini poi è abituato a pagare molti stipendi, soprattutto agli allenatori. Una stoccata arriva anche da parte di Cellino: «Mi sembra una cosa molto poco seria». Ma questa Superlega alla fine si farà? «Una boutade e nulla più» chiosa il presidente del Palermo. Magari tra qualche tempo se ne parlerà nuovamente, più o meno come accade da una decina d'anni a questa parte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
Blob tra il serio e il faceto di una settimana di chiacchiere calcistiche.
E' ancora Paparesta a far parlare di sé. O meglio, è ancora...
Blob tra il serio e il faceto di una settimana di chiacchiere calcistiche.
E' ancora Paparesta a far parlare di sé. O meglio, è ancora Paparesta a parlare di sé. Lo ha fatto domenica a "Quelli che... il calcio", trasmissione condotta da Simona Ventura su Rai Due, e lo ha fatto in maniera abbastanza discutibile. L'ex arbitro ha parlato di «telefonate avvenute tra Moggi e un altissimo dirigente di Lega». L'ex arbitro diceva e non diceva, insinuava e non insinuava. Un atteggiamento che ritrovavamo spesso in un film, dal titolo "Amici miei". Come faceva giustamente notare Oliviero Beha al Tg3, nessuno ha chiesto a Paparesta chi fosse quell'«altissimo dirigente», domanda che in realtà sarebbe più che ovvia. Facile ipotizzare che si trattasse di Giancarlo Abete, ma certo non se ne possono avere le prove. Nessuno ha poi pensato di chiederlo a Paparesta, ma noi ci rifacciamo ad una sua recente dichiarazione, in merito a dei presunti "nemici" che l'avrebbero volutamente estromesso dal calcio: «se sapessi i nomi, li avrei già denunciati». Meglio non gettare il sasso e nascondere la mano, allora. Oppure, che Paparesta ci dica il nome del dirigente di Lega che parlava al telefono con Moggi. Anzi, precisiamo, del dirigente a cui Paparesta si riferiva, altrimenti la lista sarebbe troppo lunga.Uscendo dai confini nazionali - ma neanche troppo -, si torna a parlare di Superlega. Si tratterebbe di un campionato europeo per club articolato su 38-42 giornate che comprenderebbe le squadre più blasonate (e ricche) di ogni Paese (blasonato e ricco), con tanto di promozioni e retrocessioni. Chi si mostra favorevole è Sacchi, che dice: «Credo che alla fine il calcio è destinato a uscire dalla sfera provinciale o nazionale per abbracciare quella internazionale». Peccato che in Italia non ci siano solo Milan e Inter, che hanno sottoscritto il progetto insieme ad altri club come Barcellona e Manchester United, ma tutta un'altra serie di squadre che non avrebbero i mezzi per una Superlega che diventerebbe, di fatto, una nuova serie A. E poi per il panorama internazionale avevano inventato apposta le coppe europee, e i campionati per le selezioni nazionali. Tranquilli, ci pensa Zamparini a riportare tutti coi piedi per terra. «Macché Superlega! - sbotta - Pensiamo a pagare gli stipendi». E qui in Italia, di stipendi non pagati ne sappiamo qualcosa. Zamparini poi è abituato a pagare molti stipendi, soprattutto agli allenatori. Una stoccata arriva anche da parte di Cellino: «Mi sembra una cosa molto poco seria». Ma questa Superlega alla fine si farà? «Una boutade e nulla più» chiosa il presidente del Palermo. Magari tra qualche tempo se ne parlerà nuovamente, più o meno come accade da una decina d'anni a questa parte.
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