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Torino-Atalanta: Cairo e Percassi, presidenti con la passione per il “Made in Italy”

Confronto presidenti / Storie imprenditoriali e di vita diverse per i due patron che hanno però in comune il merito di aver puntato su giocatori giovani e italiani

Nicolò Muggianu

La prossima domenica, Torino e Atalanta si affronteranno allo Stadio Olimpico Grande Torino, nella sfida che può valere per entrambe le compagini come l'ultima chiamata per salire a bordo del treno europeo. A confrontarsi, oltre alle squadre, ci saranno i due presidenti delle rispettive squadre, che hanno percorso delle strade imprenditoriali diverse, ma stanno accarezzando gli stessi obiettivi con le proprie squadre. La gestione societaria delle due società non è tanto diversa: molta fiducia riposta nei giovani, meglio se nostrani e provenienti dal proprio vivaio.

DIVERSITA' - Imprenditore incallito con la passione per il calcio l'uno e ex-calciatore l'altro, Cairo e Percassi, almeno sulla carta, non sembrano poi tanto simili. Se il patron granata ha costruito - con “Cairo Editore”, “Cairo Communication spa”, la rete televisiva “La7” fino alla più recente conquista “Rcs” - un vero e proprio impero nel campo della comunicazione, anche il bergamasco ha fatto fortune investendo nell'ambito immobiliare e della cosmesi. Percassi, infatti, oltre che ex-difensore arcigno di Atalanta e Cesena, si è dimostrato anche un'ottimo dirigente e imprenditore facendo della città di Bergamo punto di riferimento in ambito sportivo e imprenditoriale. Spinto dalla passione per il pallone, Cairo, diviene presidente granata nel 2005, risollevando il Torino dalla “deriva societaria” dell’epoca. Grazie ai suoi metodi di lavoro spesso "controcorrente" il patron piemontese ha avuto il gran merito, non senza difficoltà, di riuscire a riportare stabilmente il Toro là dove merita. Il presidente bergamasco, a sua volta, tramite una strategia fortemente improntata sul settore giovanile, sta raccogliendo quest'anno i primi frutti di una programmazione a lungo termine iniziata anni e anni or sono.

MADE IN ITALY - L'ottimo calcio messo in campo e una ritrovata "identità italiana" dimostratasi vincente e anticonformista, in una Serie A, sempre più straniera e cosmopolita, sono le armi vincenti delle due squadre. Proprio i due presidenti sono tra i maggiori artefici di questo successo. Da Benassi a Barreca fino a Baselli e Belotti, passando per Aramu e Parigini, anche il Torino ha dimostrato di puntare fortemente su un processo di rifondazione basato su giovani italiani. Lo stesso vale per l'Atalanta che è la società italiana che ha investito di più nel settore giovanile negli ultimi anni : "Storicamente, la linfa vitale dell’Atalanta è sempre stata il suo settore giovanile - ha dichiarato Percassi in una recente intervista rilasciata al Corriere dello Sport - Nel 1990-'91, quando acquistai la società per la prima volta, la priorità fu prendere Favini, un fenomenale scopritore di talenti. In 6 anni abbiamo investito 35 milioni di euro nel vivaio, siamo stati ripagati". I casi di Caldara e Gagliardini - già acquistati rispettivamente da Juve e Inter per cifre monstre - non sono gli unici casi isolati (vedesi Conti, Petagna e Grassi) per una squadra che ha avuto il coraggio di fare esordire nell'ultima partita contro la Sampdoria i classe '99 Bastoni e Melegoni, per altro, con ottimi risultati.

Se in questa stagione il Torino partiva con il favore dei pronostici, che vedevano la squadra di Mihajlovic poter ambire stabilmente alle prime otto posizioni di campionato, è stata invece la sorprendente Atalanta di Percassi a ricoprire questo ruolo. Tramite alcuni pilastri come la fiducia nei giovani e nel proprio settore giovanile i neroazzurri, dopo un inizio al rilento, hanno infatti macinato punti arrivando a occupare un meritato sesto posto.