"È una partita dal sapore speciale per M'Baye Niang, quella vinta dal Torino contro il Benevento. Non tanto perché il senegalese abbia trovato il suo terzo gol stagionale, il secondo consecutivo in casa nelle ultime tre partite. No, quella di ieri per Niang è stata una partita speciale perché forse per la prima volta in assoluto dal suo approdo sotto la Mole, la sua uscita dal campo non è stata accompagnata dai fischi, ma piuttosto da una sonora ondata di applausi che dimostrano come, giorno dopo giorno, l'esigente piazza granata - o almeno una parte - si stia ricredendo riguardo le sue qualità.
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Torino-Benevento 3-0, il riscatto di Niang: i fischi diventano applausi
Focus on / Il senegalese fa pace con il proprio pubblico: il gol contro il Benevento gli vale una pioggia di applausi
"NON SOLO GOL - Ma procediamo con ordine. Dopo un avvio timido, il senegalese ha dimostrato di avere una grande voglia. L'atteggiamento è finalmente quello giusto e se fino a qualche settimana fa gli si poteva rimproverare un comportamento indolente e a tratti svogliato ora, con l'arrivo di Mazzarri, qualcosa sembra essere cambiato. Niang corre (e soprattutto rincorre), detta il passaggio e aiuta i compagni. Certo, alcune volte la scelta della giocata è ancora da calibrare. Nella prima mezzora, qualche pallone sbagliato di troppo. E dalle tribune inizia a piovere qualche fischio. Poi, è lui a propiziare, con un po' di ingenuità e un po' di malizia, l'espulsione di Belec. Ed è ancora lui a lasciare il segno pochi minuti dopo, trafiggendo Brignoli con un destro potente e preciso. L'esultanza che ne scaturisce ha un che di speciale: il sorriso, la corsa verso i compagni seduti in panchina e l'abbraccio con Belotti e Ljajic. Gli stessi che lo hanno sostenuto nei momenti difficili, gli stessi con cui il senegalese dovrà duellare nelle prossime settimane per una maglia da titolare.
"L'OVAZIONE - Il momento della verità arriva al 63': la partita è ormai indirizzata su binari ben precisi e Mazzarri decide che è arrivato il momento di concedere la doppia passerella a Niang e Belotti. L'Olimpico non vede l'ora di gridare a squarcia gola il nome del suo capitano, ma prima riserva un giusto tributo anche al senegalese. È vero, il capitano del Torino è stato lontano dai campi per 32 giorni, e l'euforia non poteva che toccare di riflesso anche a chi gli dava il cambio. La verità però è che almeno ieri Niang gli applausi se li è meritati tutti. Non tanto per i gol messi a segno (due, nelle cinque partite giocate da vice-Belotti: e avrebbero potuto essere di più); ma piuttosto per il cambio di mentalità, il nuovo atteggiamento che il classe '94 sta mettendo in mostra per conquistare il cuore dei suoi nuovi tifosi. C'è ancora tanto - ma tanto - da lavorare, ma per il momento Niang può godersi la nuova colonna sonora della sua avventura al Torino: finalmente i fischi si sono trasformati in applausi.
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