Questo Torino-Bologna è stata la partita di Andrea Belotti, l'ennesima, già la seconda di questa stagione che è appena cominciata. E la sensazione diffusa è che non sarà l'ultima. Contro i felsinei, infatti, il Gallo si è confermato come il decisivo trascinatore delle sorti granata, quale era già apparso contro il Milan. Se la sua prestazione aveva impressionato nella negatività dell'esordio in campionato granata, certo la sua prestazione di ieri è arricchita da una squadra che ha dimostrato di aver cominciato a mandare a mente i primi concetti di Mihajlovic. Dalla sua, inoltre, l'enorme carica ricevuta dalla prima chiamata in Nazionale: un traguardo prestigioso che il Gallo può vivere come punto di partenza di una nuova consapevolezza ad un livello più ampio, al di fuori del solo ambiente granata.
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Torino-Bologna 5-1, Belotti e una tripletta Nazionale
Il protagonista / Il Gallo festeggia così la chiamata in azzurro
Protagonista assoluto, ieri Belotti si è dimostrato ancora una volta croce e delizia del Toro. Delizia per ben tre volte, come le reti messe a segno, sempre nel segno della varietà: una di testa, una di potenza pura, l'ultima da rapace d'area. Il Gallo segna e sa segare in ogni modo, qualità che lo rende immarcabile praticamente da chiunque, tanto è difficile capire se verrà incontro o attaccherà la profondità, se punterà la porta o scaricherà sul compagno, se farà salire la squadra o si lancerà in un uno contro tutta la difesa.
Belotti è tornato, però, ancora una volta croce sul dischetto. Proprio nella stagione con cui il Torino si affacciava con più certezze nella gerarchia dagli undici metri, la punta di Calcinate si è scoperto fragile davanti al portiere, incappando nel secondo errore dopo quello rimediato contro il Milan. A tutti il testa a testa con Mirante sembrava l'occasione giusta, sul 4-1 granata a partita pressoché finita, per risistemare le cose dopo l'errore contro Donnarumma che è costato un punto al Toro. Invece anche questo penalty - calciato assai peggio di quello di San Siro - si è infranto sul portiere. E se lo score non ne ha risentito (anzi, la tripletta è arrivata ugualmente, pochi minuti dopo), ora per Mihajlovic si aprono riflessioni da fare. Riflessioni più leggere se si sa che, quando la palla si muove, il proprio 9 non sbaglia mai.
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