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Torino, Cairo replica a Juric: così il presidente rimanda la palla al tecnico

Foto Lapresse/Ufficio stampa Torino FC

L'analisi delle parole pronunciate dal presidente del Torino Urbano Cairo che delinea gli obiettivi delle prossime stagioni

Andrea Calderoni

A modo suo Urbano Cairo ha replicato a Ivan Juric. L'ha fatto garbatamente, con tanto di “captatio benevolentiae”, ma non senza decisione. Ha voluto tenere il punto, dimostrare chi ha il bastone del comando, nonostante tutto. E soprattutto ha rimandato la palla nel campo del tecnico croato. “Prendere un allenatore come Juric non è stata certo una scelta votata all’austerity”, ha detto non a caso Cairo, che - pur confermando la sua fiducia nelle qualità del tecnico – ha fatto notare che se la strategia fosse stata quella di un taglio indiscriminato dei costi non avrebbe preso un allenatore da due milioni all’anno per tre stagioni.

 da destra a sinistra Gianmario Specchia, Urbano Cairo ed Emiliano Moretti

CRESCITA – Cairo ha anche precisato ciò che si aspetta dalla stagione. “Non ho chiesto l’Europa quest’anno a Juric”, ha detto il patron, nessuna richiesta fuori dal normale se non quella di evitare la sofferenza degli ultimi due anni. In un "anno di transizione" bisognerà porre le basi per il triennio di contratto di Juric. Come fatto durante la conferenza stampa di presentazione del tecnico, Cairo ha ribadito la sua totale stima nei confronti di Juric e ha ribadito, inoltre, che il traguardo da raggiungere è la crescita collettiva nel corso dei prossimi tre anni.

PUNTO PER PUNTO - Le dure parole di Juric pre e post Fiorentina, dunque, come era normale che fosse considerata la portata, non sono passate inosservate dalle parti di Cairo. Il presidente granata le ha incassate, metabolizzate e a giochi fatti, ovvero a calciomercato chiuso, ha puntualizzato alcuni aspetti, primo fra tutti quello inerente alle difficoltà del mercato a causa delle perdite globali per la pandemia da Covid. E soprattutto il patron ha spiegato che avrebbe accontentato Juric anche senza il suo famigerato grido di dolore: “Quando lui fece quelle esternazioni io mi stavo già guardando intorno per rinforzare la squadra”, ha detto Cairo. Ha perciò elencato le proprie ragioni, replicando a modo suo, con torni diversi ma non per questo meno efficaci, a Juric, che ora – come ogni allenatore a fine mercato - si ritrova la palla tra i piedi. Nessuna ampia frattura, dunque, ma le parole del tecnico qualche segno lo hanno lasciato e solo i risultati diranno come si svilupperanno i rapporti.

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