Moreno Longo la immaginava diversa, la sua avventura alla guida del Torino. Nel senso che almeno avrebbe sperato di poter lavorare normalmente. Possibilità che come noto gli è stata tolta dalla pandemia coronavirus dopo sole tre partite alla guida dei granata, tutte perse. Oggi, oltre cinquanta giorni dopo l’ultimo allenamento diretto, sarà presente al Filadelfia: non potrà dirigere gli allenamenti, ma supervisionerà il lavoro dei suoi giocatori cercando di motivarli al meglio.
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Torino, futuro in bilico ma tanta grinta: Longo prova a ripartire
Focus On / Tra difficoltà oggettive e indiscrezioni che lo vedrebbero già non confermato, il tecnico spera di poter dimostrare il suo valore
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"QUANTE DIFFICOLTÀ - Le difficoltà del lavoro di Longo sono oggettive: oltre a quelle in comune con tutti gli altri allenatori, ci sono quelle relative alla sua posizione. Il contratto rimane sempre in scadenza il 30 giugno e per ora è quello l’orizzonte; le proroghe di cui ha parlato la FIGC per ora sono solo sulla carta. Inoltre, il direttore che lo ha voluto sulla panchina granata, Massimo Bava, è stato di fatto esautorato dal presidente Cairo, che ha già raggiunto un accordo con il nuovo ds Vagnati. Il tecnico granata per primo sa che ci sono buone possibilità che non sia lui l’allenatore del Torino nel futuro. E infatti circolano da giorni indiscrezioni che affiancano diversi allenatori alla guida del Toro.
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"UNA POSSIBILITÀ - Ma in ogni caso, Longo ha l’obbligo di non pensarci: non si può fare altro che navigare a vista ragionando come se la stagione riprendesse sicuramente, contando sul fatto (ancora non sicuro) che dal 18 maggio possano tornare gli allenamenti e che a metà giugno il campionato possa riprendere. Se ciò accadesse davvero, Longo avrebbe ancora una possibilità, quella di dimostrare il suo valore nelle tredici partite che rimangono. E chissà allora che le carte in tavola non possano cambiare.
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