Altro che salto di qualità, il Torino ha la "sindrome delle piccole". Parma, Bologna, Empoli, Lecce e non solo: sono ormai molteplici le occasioni gettate al vento dal Torino. Proprio sul più bello, proprio quando sembra ci siano tutti i presupposti per spiccare il volo. La squadra di Mazzarri ha dimostrato di avere ancora tanto su cui lavorare, a partire da una crescita dal punto di vista mentale.
gazzanet
Torino, i flop contro le “piccole”: dal Parma al Lecce, le lezioni non sono servite
Il punto / Ennesima occasione persa dalla squadra di Mazzari, che inciampa in casa contro il Lecce. Altro che salto di qualità...
MENTALITA' - Lo scorso anno si parlava di Europa, ieri era addirittura la possibilità di andare in cima alla classifica, per quanto ciò possa valere dopo sole tre giornate. Il Torino è parso irriconoscibile e, proprio sul più bello, ha confermato di soffrire di vertigini. Niente salto di qualità dunque: niente step di crescita più volte nominato da Mazzarri, ma soltanto un duro confronto con la realtà. Questa squadra ha ancora molti limiti e, su tutti, uno di natura mentale. Perché non ci sono dubbi che - dal punto di vista tecnico - il Torino fosse superiore al Lecce. A fare la differenza però è stata l'intensità, l'approccio e la concentrazione nel corso del match. Sfida in cui il Torino ha perso. Di nuovo.
IN CASA - Già, perché non è la prima volta che la squadra di Mazzarri floppa contro le medio-piccole del nostro campionato. Lo aveva già fatto contro il Bologna (all'andata, ma soprattutto al ritorno), contro il Parma, il Cagliari e l'Empoli (seppur in un contesto particolare). Sembrava tutto finito, sembrava poter essere la volta buona e invece ecco la ricaduta. Il pericolo è sempre dietro l'angolo e la sensazione è che anche questa volta il Torino lo abbia sottovalutato. Colpa di Mazzarri, che nel post partita si è assunto tutte le responsabilità, ma anche dei giocatori: che si sono fatti sorprendere da un avversario con più fame. Che fare, dunque? Continuare a lavorare e se le lezioni precedenti non sono servite, allora non resta che prendere consapevolezza dei propri limiti e lavorare su quelli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA