"Dopo 79 partite tra Milan, Palermo e soprattutto Torino nella massima serie e svariati chilometri macinati sulle fasce a destra o sinistra, per lui sembra essere indifferente, di tutta Italia è arrivato ieri sera contro il Parma il primo gol in Serie A per Matteo Darmian. Un urlo di gioia al momento del gol, un urlo che sa di liberazione e poi quell'abbraccio con tutti i compagni, commovente quello col capitano di tante battaglie Kamil Glik e infine la dedica mimando un cuore con le mani. Un cuore grande e forte quello che batte nel petto del giovane difensore granata, un ragazzo che non ha mai smesso di crescere perché non hai mai messo di mettersi umilmente a disposizione di Ventura cercando di imparare quanto più possibile e cercando di migliorarsi sempre. Arrivato al Toro a soli 22 anni nella prima stagione è partito spesso dalla panchina alternandosi a Danilo D'Ambrosio, uno che invece ha pensato troppo presto di non aver più niente da imparare. Matteo invece no, si è fatto forza e non ha mai smesso di correre, fino alla titolarità della fascia granata, fino al rinnovo col Torino fino al 2017, fino alla convocazione in Nazionale, fino al Mondiale in Brasile, fino al suo primo gol in Serie A, fino a quell'urlo che stentava ad uscire da 79 partite ma che sa tanto di liberazione sua e del Toro pronti a correre ancora assieme verso traguardi sempre più ambiziosi.
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Torino, il primo urlo di Darmian in Serie A
Torino - Parma / Il difensore granata Matteo Darmian regala col suo primo gol in serie A la vittoria al Toro
""e allora mise il cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento. Prese un pallone che sembrava stregato, accanto al piede rimaneva incollato, entrò nell'area, tirò senza guardare ed il portiere lo fece passare."
"Quanti di voi leggendo questi versi della bellissima canzone di Francesco De Gregori "La leva calcistica del 68" non hanno pensato e rivisto il nostro Matteo Darmian di ieri sera farsi tutta la fascia di corsa col cuore in mano per l'ennesima volta per poi chiudere gli occhi e scaraventare quel pallone che per lui sembrava stregato dietro alle spalle di Mirante?
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