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Torino, la notte di Europa League con vista sul derby

Torino-Club Brugge 0-0 / Le Torogiornate di Tommy

Redazione Toro News

Ho visto il Toro.

"Finalmente ho rivisto un pochino di Toro.

"Alle sette del mattino la solita sveglia, le solite corse, le solite lezioni di greco e latino e poi, come se non bastasse, anche un'interrogazione di storia. Guglielmo il gobbaccio (bravo ragazzo, simpatico, ma con questo enorme difettuccio non trascurabile) mi parla già di derby. Io ho la testa che frulla (più o meno come la palla del gioco di Ventura) e penso al Brugge e penso al derby, poi al derby e poi al Brugge. Nel pomeriggio provo a studiare un po', ma è tutto inutile. Per di più, mia madre, ad un certo punto, presa da uno dei suoi attimi di follia da pre-partita, urla : “RIGORE! NOOOO, NOOOO, NOI NON LO VOGLIAMO IL RIGORE!PER FAVORE, NON DATECI PIU' RIGORE”. Sta male, sì, è tanto stanca, oramai è in preda al delirio totale. O forse è questa febbre da Toro che oramai ci tormenta, così contagiosa e stupenda.

"Per la prima volta partiamo da casa in orario. Chi mai ci sarà che ci attende allo Stadio per suscitare in mia madre tanto desiderio di puntualità? Chiunque sia, se mi legge, me lo dica, voglio stringergli la mano, in tanti anni di stadio non era mai capitato! Alle 19.00 parcheggiamo, non riesco a crederci, abbiamo per la prima volta rispettato un orario. Alex ci ha già chiamato, ci sta aspettando. Quanto è bello stare fuori dallo stadio prima di una partita di Europa League? Tanto. Tanto. Tanto. Alex chiama Roberto, o forse Roberto chiama Alex, mia madre si infila nella telefonata e prende un improbabile appuntamento. Nel frattempo arriva Marco (ma chi è questo Marco? Mia madre deve avermelo detto ma non ho ascoltato). Con Marco c'è suo figlio, credo abbia la mia età, ma è alto circa il doppio di me (quando si dice... sentirsi inferiori). Poi arriva Lu, Lu è Lu, come lei non c'è nessuno. Ci racconta tutti i suoi problemi (noi granata siamo fatti così, siamo uniti nel bene e nel male), ipotizzando ed inventando (sempre con quella fuori di testa di mia madre) una nuova attività che non sto qui a raccontare, giusto per non scandalizzare. Ma nel frattempo dov'è finito Gianfranco? E' arrivato con noi e poi... si è volatilizzato. E' andato a fare public -relation , a distribuire informazioni sul nostro prossimo viaggio in quel di Copenaghen e ad invitare mezzo mondo alla Notte Granata. Già, ci sarà anche la Notte Granata aspettando la Danimarca (un'altra invenzione della mamma! Non ci facciamo mai mancare nulla!). Così abbiamo perso Gianfranco, tra un invito ed un altro. Nel frattempo arriva un altro Marco che parla ai duecento all'ora, non capisco proprio cosa boffonchi. Poi Carlo, poi Lauretta e Beppe, poi Gino (il nostro vice direttore!), poi Marcello e poi tanti altri dei quali non so neanche il nome. 

"Io entro, dentro c'è il mio amico Roberto, quello con il quale oramai divido gioie e sofferenze granata durante la partita. Ad ogni parata di Ryan, all'unisono, io e Roby urliamo: “NOOO”. Ci mettiamo le mani sul volto, ci sediamo, scuotiamo la testa, ci rialziamo. Di nuovo Ryan, di nuovo: “NOOOOO”. E poi di nuovo. Però in campo c'è il Toro. Finalmente. E sugli spalti, anche se non tanti, ci sono i tifosi. Con i loro canti ed i loro cori. Siamo tornati ad essere un pochettino (sia noi che loro) il TORO. Vorrei tanto festeggiare il passaggio ai sedicesimi, ma mi tocca aspettare. Perché mai gioire oggi se puoi farlo domani??? Già, siamo il Toro, non dimentichiamolo mai. 

"Festa rimandata, ma la soddisfazione c'è stata. Certo questo Ryan, poteva anche moderarsi un attimo. Noi riusciamo sempre a mettere in mostra i fenomeni delle altre squadre. I procuratori dei giocatori dovrebbero darci una provvigione. Martinez voleva segnare, Amauri voleva segnare, addirittura Benassi avrebbe voluto segnare. Ma Ryan ha detto: “NO”.  

"Me ne vado dallo stadio felice e sconsolato, è andata bene, ma poteva anche andare meglio! Non importa, sono felice lo stesso. Gian (il solito guru del pessimismo cosmico) quieta i miei entusiasmi dicendo che a Copenaghen lui non vedrà il passaggio ai sedicesimi (ci credo, lo lasciamo a casa!!! siamo mica matti a portarcelo dietro!). Noi sì, noi vedremo il passaggio. Noi festeggeremo. 

"E questa domenica, caro Guglielmo... come finirà... non è ancora detto!