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Torino, il coronavirus dà a Longo il tempo di un ritiro. Possibilità di amichevoli

Focus on / In ventisei giorni (da Milan-Torino a Torino-Udinese) solo una partita di campionato giocata per i granata, a Napoli

Andrea Marchello

Di certo nessuno avrebbe voluto mai che accadesse un fatto epocale come l'epidemia di coronavirus. Però al contempo ogni allenatore che subentra, potendo scegliere, vorrebbe un mese di tempo senza partite o quasi per lavorare con la squadra. E' ciò che salvo sorprese accadrà a Moreno Longo: come anticipato, la riformulazione del calendario di Serie A dovrebbe vedere il Torino tornare in campo solo il 14 marzo contro l'Udinese (si attende l'ufficialità). Ciò vuol dire che il tecnico avrà due settimane di tempo per lavorare con la squadra al Filadelfia, dopo le due che hanno separato la partita contro il Milan di San Siro da quella contro il Napoli al San Paolo.

STOP - Fossero confermate in via ufficiale le intese approntate tra Lega e Figc sullo slittamento del calendario, per il Torino in ventisei giorni (dal 17 febbraio al 14 marzo) solo una partita di campionato, quella contro gli azzurri. Di fatto Longo ha avuto e avrà a disposizione una finestra di tempo simile a quella di un ritiro pre-campionato. Con tutti i pro e i contro del caso: di sicuro lo stop permetterebbe a Longo di concentrarsi sulla tenuta atletica dei suoi uomini, potendo programmare insieme allo staff anche delle giornate di carico atletico particolarmente intenso. Di contro però servirebbe mantenere alta la concentrazione del gruppo: Longo ha già specificato di non vedere il ritiro come una soluzione utile e dunque ci vorrebbero altri modi per mantenere altissima l'asticella dell'attenzione. Lo impone la classifica, certo, oltre al fatto che il Torino affronterà tre partite a dir poco delicate nella settimana dal 14 al 22 marzo (Udinese, Parma e Cagliari) e dovrà farsi trovare pronto e carico.

AMICHEVOLI - Per questo è allo studio la possibilità di inserire nel programma di questa settimana una o due amichevoli, delle quali la prima potrebbe disputarsi a stretto giro di posta (in corso dialoghi con alcune società dilettantistiche tra cui il Saluzzo). Test che servirebbero a Longo per mettere minuti nelle gambe di chi ne ha bisogno e per ottenere indicazioni utili per le scelte tecniche. La delicatezza della situazione impone infatti di far giocare chi sta meglio fisicamente e chi dimostra di essere pronto ad assumersi responsabilità in campo.