L'acquisto di Guberti é il primo, vero colpo “da Serie A” messo a segno dalla dirigenza del Torino in questa sessione di calciomercato, pur caratterizzata da un attivismo assolutamente inconsueto nelle gestioni Cairo. Ora, la squadra di Ventura é manchevole di un solo titolare, quello che dovrà correre sul versante opposto rispetto a quello dell'ala appena arrivata dalla Roma, anche se qualche elemento in grado di disimpegnarsi nel ruolo, in rosa, c'é già.A quel punto, quella granata sarà una squadra temibile. Sarà la prima volta in assoluto, nella breve storia del Torino FC, che si verificherà tale condizione? No. Al di là delle incoerenti parole con cui il presidente definì “la squadra più forte degli ultimi cinque anni” una di quelle palesemente peggio costruite quale fu quella della passata stagione, ci sono stati altri momenti in cui diversi elementi di valore hanno arricchito gli organici a disposizione dei tanti (tantissimi) allenatori che si sono avvicendati sotto la Mole.A rendere spesso inutili gli sforzi e le intuizioni che -pur nei risultati negativi di questi anni- ci sono stati é stato qualcos'altro, qualcosa che manca fuori dal campo. Qualcosa che tutti sanno, compreso lo stesso Cairo, che però inspiegabilmente sulla questione da sempre nicchia e chiede tempo: le carenze nell'organigramma dirigenziale, l'assenza di un dg e anche solo di dirigenti accompagnatori, che siano il “braccio lungo” di una società che ha la testa a Milano ed il corpo a Torino, quella Torino dove ogni anno la squadra é lasciata a se stessa, abbandonata quando vive difficoltà interne, e libera di prendere il sopravvento quando l'allenatore non é gradito.Cose risapute, che tornano d'attualità proprio per il fatto che il club si sta ben comportando sul mercato, costruendo una squadra che pare all'altezza dell'obiettivo-promozione; quando, l'anno scorso, nessuna condizione a partire da quelle tecniche giustificavano il più piccolo dei sogni, sembrava quasi inutile anche chiedere che la dirigenza fosse completata.Ma ora é il caso di affiancare a Petrachi qualcuno in grado di lavorare a 360° nell'opera di miglioramento organizzativo di tutti i settori del Torino FC, lasciando che il ds possa lavorare unicamente e nella maniera più proficua sul mercato.Le persone di comprovate capacità e di assoluta capacità non mancano, quindi é difficile accettare ulteriori spiegazioni da parte di Cairo qualora decidesse di continuare a non dotare la propria società di figure necessarie, ora che sono passati sei anni dal suo insediamento.Vengono in mente senza troppo sforzi i nomi di Michele Uva, persona deliziosa cresciuta con la pallavolo prima di fare le fortune di Parma e Lazio andando poi ad occupare importanti incarichi organizzativi in Figc e infine in Uefa; oppure, quelli degli ex romanisti Lucchesi (plurilaureato, anni fa deus ex machina dell'Empolie da poco dimissionario dal Pescara, lui che ha fatto letteralmente rinascere la Fiorentina) o Pradé (che ha appena abbandonato la Roma dove aveva rivestito praticamente ogni ruolo possibile).
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Torino, mancano solo due acquisti importanti
L'acquisto di Guberti é il primo, vero colpo “da Serie A” messo a segno dalla dirigenza del Torino in questa sessione di calciomercato, pur caratterizzata da un attivismo assolutamente inconsueto nelle gestioni Cairo. Ora, la...
In realtà, il nome che sappiamo Cairo sta valutando é un altro, un interno: Antonio Comi. Che andrebbe benissimo per svariati motivi, basta che si faccia senza attendere altri mesi, o addirittura anni, visto che ce ne sarebbe ancor meno ragione per il fatto che la persona non é da valutare, ma é anzi ben conosciuta.E' un invito al presidente, che ripetiamo ormai da anni: faccia questo sforzo, costa meno di tutti gli allenatori dalla vita breve che si sono avvicendati in panchina, e di certo può aiutare a rendere proficui gli sforzi che saranno compiuti per fare il bene del Toro.
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