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Torino, Novo e Pianelli: i presidenti che hanno cambiato la storia granata e del calcio

108 anni di Toro / Due presidenti che hanno segnato indelebilmente la parabola del Toro e, più in generale, del "football" in Italia

Cristina Raviola

"Ferruccio Novo e Orfeo Pianelli sono, con tutta probabilità, i presidenti più amati delle storia granata. Entrambi, infatti, hanno avuto il merito di costruire squadra vincenti, adottando scelte manageriali e di mercato lungimiranti per l'epoca.

"NOVO, IL PRIMO PRESIDENTE/MANAGER – Ferruccio Novo arrivò alla presidenza del Torino nel 1939 ed immediatamente stravolse il ruolo di presidente: si circondò prima di tutto di consiglieri fidati ed esperti di calcio, amministrando personalmente il rendiconto delle entrate e delle uscite dei granata. Come un moderno manager, in un epoca dove i presidenti erano per lo più signorotti lontani dai campi di gioco, Novo seguiva i suoi ragazzi ovunque. E che ragazzi: egli allestì una squadra di campioni, il “Grande Torino”, che vinse 5 scudetti di fila prima della tragedia di Superga. Fu un grande uomo di mercato quindi, certamente, ma prima di tutto un presidente vicino umanamente alla sua squadra. Celebre in questo senso, l'aneddoto che lo lega a Carla Maroso, vedova di Virgilio: l'allora signorina Carla non voleva sposare Maroso, Novo allora la volle conoscere e, alla fine, suggellò il matrimonio tra i due, con un “da dentro o fuori”: “O lo sposi, o lo lasci!”, che convinse Carla. Un uomo, quindi, prima di ogni altra cosa. Qualcosa più di un presidente.

"PIANELLI, UN'ASCESA INCONTRASTATA – Orfeo Pianelli non era di famiglia ricca, affatto. Nella giovinezza lavorò saltuariamente come falegname e muratore e, come il protagonista di un romanzo di formazione francese, salì i gradini della scala sociale, per arrivare, dopo aver fondato una società, ad acquistare il Torino nel 1962. Pianelli fu uno dei più grandi finanziatori della storia granata: egli rinforzò la squadra con interventi mirati e costosi per l'epoca, mettendo alla guida del Toro prima una leggenda come Nereo Rocco – che però non vinse nulla – e poi Gigi Radice, con il quale conquistò il settimo scudetto. Tra i suoi acquisti più importanti ricordiamo quello di Meroni dal Genoa, a cui seguì una mezza rivolta dei tifosi rosso-blù, e quello di Claudio Sala dal Napoli. Sotto la sua presidenza, inoltre, nacque l'interesse per lo “scouting” nei settori giovanili, che portò alla scoperta di Paolino Pulici, acquistato dal Legnano appena diciassettenne.

"Ad ogni modo, questi due presidenti hanno plasmato la storia granata e, chi più chi meno, entrambi hanno introdotto importanti novità di gestione e d'interpretazione del ruolo di presidente nel microcosmo del calcio italiano, contribuendo ad una sua crescita esponenziale. Sempre, però, sotto il segno del toro.