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Torino, panchina lunga è marcia in più

di Valentino Della Casa - La panchina lunga ora si fa sentire. Il Torino, e già lo si scriveva prima della fragorosa vittoria contro il Gubbio, ha un quid in più non soltanto qualitativo, ma anche...

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa - La panchina lunga ora si fa sentire. Il Torino, e già lo si scriveva prima della fragorosa vittoria contro il Gubbio, ha un quid in più non soltanto qualitativo, ma anche numerico per poter centrare l'obiettivo finale che, mai come quest'anno, è diventato obiettivo obbligatorio. Non solo, è un caso piuttosto raro che, arrivati a fine marzo, i tifosi di una squadra debbano ancora conoscere due giocatori di una certa importanza: con Pasquato si è rotto il ghiaccio soltanto sabato scorso, con Masiello, invece, bisognerà aspettare ancora.Anche questo è un'indice dell'alta qualità per la Serie B di questa rosa, con il mister che sapientemente è riuscito a far fronte ai numerosi e ancora peggio decisamente importanti infortuni che hanno condizionato tutta la parte centrale della stagione. La panchina è ben fornita, e può essere ulteriormente arricchita, come si diceva, dagli acquisti di gennaio con dei giocatori che ancora, seppure arrivati a gennaio, non hanno avuto grande spazio.Cosa che contrariamente è avvenuta in altre realtà in lotta per i primi due posti, ma senza risultati particolarmente eccelsi. Il Sassuolo, per esempio, che sul mercato ha acquisito giocatori importanti come Missiroli e Troianiello non può ritenersi del tutto soddisfatto: il primo non ha ancora impressionato nonostante i tanti milioni spesi per prelevarlo dalla Reggina (un investimento simile in denaro, forse, il Torino avrebbe anche potuto tentarlo), mentre il secondo soltanto in queste ultimissime giornate ha cominciato a vedere il campo con più regolarità.Pescara e Verona, invece, poco hanno fatto a gennaio, con la conseguenza che, assente l'Immobile di turno, i risultati rischiano di non arrivare (e non ce ne voglia chi è chiamato a sostituire i titolarissimi delle due compagini). Questo problema, fortunatamente, a Torino raramente si è palesato nella corrente stagione, ed è probabilmente la molla che permette alla squadra di Ventura (in foto M. Dreosti) di restare salda, nonostante qualche piccolo vacillamento, in testa alla classifica.“Titolari non ce ne sono, perché i giocatori si equivalgono, sarà il gruppo a fare la differenza” disse il mister durante il ritiro estivo. Parole sante. Le previsioni, per una volta, non stanno tradendo le attese.