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Torino, parla Cairo: “Belotti? Mi aspetto che recuperi fame e voglia”

Le parole / Il presidente a margine della presentazione de "L'Italia del gusto": "Non abbiamo mai vinto a San Siro col Milan: è una partita speciale"

Redazione Toro News

""Belotti? Ora il campionato diventa il suo Mondiale". Così il presidente del Torino, Urbano Cairo, a proposito del momento difficile del suo attaccante. "Ieri non ha fatto una gran partita, ma probabilmente deriva dal fatto che anche lui ha avuto una settimana molto pesante. So che era molto scosso e molto colpito da questa eliminazione (dai Mondiali, ndr.), pur avendo giocato pochi minuti nell'ultima partita. Però, evidentemente, si sentiva fortemente coinvolto". Sull'infortunio che ha frenato il giocatore nell'ultimo mese: "Credo che adesso abbia tutto il modo per recuperare dall'infortunio che lo ha fortemente limitato perché il campionato diventi il suo Mondiale. L'importante è che recuperi quella fame di gol, la voglia di giocare che lui ha sempre avuto e che mi aspetto di vedere sin dalla prossima partita", la chiosa del presidente granata sull'attaccante nelle dichiarazioni rilasciate a Milano, a margine della presentazione del numero speciale di "Bell'Italia", mensile di Cairo Editore, dal titolo "L'Italia del gusto".

L'attenzione va poi alla prossima partita, che vedrà il Torino impegnato in casa del Milan. "La vivo come una partita speciale. Siamo a un punto dal Milan. Se succede che la Coppa Italia la vince una delle sei, in Europa si va in sette. Noi siamo ottavi. Non dico che sia una sfida per l'Europa League, perché il campionato è ancora lungo, ma comunque una sfida importante", afferma l'editore alessandrino. "Inoltre noi a Milano contro il Milan non abbiamo mai vinto. È una partita alla quale tengo in modo speciale". 

Sull'argomento del giorno, le dimissioni di Carlo Tavecchio: "Sono state secondo me opportune. In questo momento il calcio ha bisogno di una scossa, di essere rifondato. Sono stati fatti errori. Bisogna pensare se l'Italia sia organizzata nel modo giusto oppure no ed è quindi giusto che ci siano una riflessione generale e un cambiamento generale di chi era la guida della Federcalcio, pur avendo fatto Tavecchio negli anni passati buone cose. Questo però non significa che, quando accade qualcosa di grave, non vi debba essere un ripensamento generale e una riflessione generale su quello che deve essere il calcio italiano"