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Torino, per Boyè ora serve segnare: e i cambi di modulo lo favoriscono

Focus On / A Cagliari l'ingresso dell'argentino ha contribuito alla vittoria. E la sua duttilità torna utile: può giocare sia nel 4-3-1-2 che nel 4-3-3

Redazione Toro News

Uno dei diversi spunti positivi che ha lasciato in eredità la vittoria del Torino a Cagliari è la buona prestazione di Lucas Boyè: il giovane argentino, partito dalla panchina ma entrato al 21' del primo tempo "grazie" all'infortunio di Iturbe, ha lottato con grinta ma anche qualità su tutti i palloni. Dopo una fase centrale della stagione in chiaroscuro, la primavera ha portato bene anche al talentuoso attaccante ex River Plate, che negli ultimi spezzoni giocati ha ritrovato incisività e fatto vedere sprazzi delle qualità che a inizio stagione avevano fatto innamorare di lui molti tra tifosi e addetti ai lavori. Finalmente di nuovo consistente, Boyè ha contribuito alla circolazione veloce e di qualità della palla che è stata chiave di volta per sbancare il Sant'Elia.

 TURIN, ITALY - APRIL 02: Lucas Boye of FC Torino in action during the Serie A match between FC Torino and Udinese Calcio at Stadio Olimpico di Torino on April 2, 2017 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Un buono stato di forma, quello di Boyè, il cui obiettivo diventa ora quello di trovare il primo gol in Serie A. Finora in granata ha già segnato due reti ma solo in Coppa Italia e contro avversari di qualità inferiore, come Pro Vercelli (gran gol, peraltro) e Pisa. Arrivati a questo punto della stagione, si può ritenere un bottino magro: ci si poteva aspettare sicuramente qualcosa di più sotto il profilo delle realizzazioni, visto anche il buon numero di presenze in campo (26, tra campionato e coppa Italia). In questo senso, sono chiari i margini di miglioramento del giocatore, che deve imparare a cercare la porta con più cattiveria - la fortuna è quella di avere un esempio come Andrea Belotti al proprio fianco - e a crescere nella lucidità al momento di fare le scelte decisive, come dimostra quando si intestardisce in dribbling di troppo. Le qualità, comunque, ci sono, e Boyè è un diamante grezzo che ha bisogno di giocare per sbloccarsi e trovare la rete.

Da questo punto di vista, lo può aiutare la sua grande duttilità. In una fase di transizione per il Torino, che sta passando a livello tattico dal 4-3-3 ad altre soluzioni come il 4-2-3-1 o più probabilmente il 4-3-1-2, Boyè è una pedina che torna utile per la sua capacità di ricoprire più ruoli: dalla posizione di seconda punta - come fatto a Cagliari, quando il suo ingresso ha permesso a Mihajlovic di adottare il 4-3-1-2 per mettersi a specchio con il Cagliari, scelta che si è rivelata vincente - a quella di attaccante esterno in grado di agire sulla trequarti o in linea con il centravanti. Occorre credere in lui con più continuità, questo sì: Mihajlovic, in passato, lo ha fatto solo a corrente alternata. Ora però Boyè scalpita, per un finale di stagione che vuole vivere da protagonista.