"di Alessandro Salvatico
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Torino, resa incondizionata
di Alessandro Salvatico
Un'analisi della partita giocata ieri dal Torino è cosa ardua. Già la parola "giocata" pare eccessiva, se...
"Un'analisi della partita giocata ieri dal Torino è cosa ardua. Già la parola "giocata" pare eccessiva, se accostata ai granata.All'Olimpico, ieri, quelloche è andato in scena è uno psicodramma.Il canovaccio si è intuito subito: Mutu calcia poco fuori area, e se sbaglia anche Sereni allora è difficile che gli altri possano fare di meglio. Non è semplice notare segni di mollezza su un calcio da fermo, ma la banda in maglia granata vista ieri in campo riesce anche in questo; dagli spalti, tutti vedono che i giocatori in barriera nemmeno saltano, tutti hanno l'indefinibile impressione di qualcosa di preventivamente accettato.
"Chi non accetta tutto questo è il pubblico. Quarantacinque minuti di coraggioso sostegno, risposte dal campo: zero. E allora si vanno a cercare fuori dal campo, le risposte. Rosina non sembra averne, De Biasi prova a scusarsi, Cairo non trova le parole. I tifosi invece sì, le trovano; hanno l'imbarazzo della scelta, le recitano più o meno tutte, riferibili e -più spesso- non riferibili.
"Ora è più difficile parlare di "caso", come tentato di fare dopo Siena. Centottanta minuti (più recupero) di nulla, di cui centosessantacinque in svantaggio, sono ben più che due sconfitte. Né dopo il gol di Maccarone, né dopo quello di Mutu i giocatori in maglia granata hanno abbozzato una reazione. Frey ieri ha compiuto una parata, Curci non aveva dovuto fare nemmeno quello, i primi tiri arrivano praticamente nel secondo tempo e sono tentativi dalla distanza di Dzemaili, uno dei pochi a provarci (ma senza successo, ché il calcio è gioco di squadra).
"Cesare Prandelli, quasi incredulo di fronte a tanta disarmante pochezza, ha parlato di un Torino "in difficoltà psicologica". Lo ha ribadito più volte; "non una squadra dimessa, ma una squadra in difficoltà psicologica". Vero, questo è lo sguardo di chi vede da esterno gli undici granata deambulare sul terreno di gioco. Una squadra dimessa è una squadra giù di tono, che imbastisce un gioco magari scontato ed essenziale, ma che non affonda; mentre quelli che il viola ha affrontato ieri erano atleti che non sembravano in grado di operare con successo il più agevole dei disimpegni, e che non avessero la voglia o le motivazioni per farlo.
"De Biasi se ne è accorto, forse prima di tutti. E non molto dopo la rinuncia della squadra, ha rinunciato anche lui. Si è seduto, ha smesso di agitarsi, di dare indicazioni, se non quelle quasi "istituzionali". Non si può lottare contro i proprii stessi giocatori, non poteva far altro che abdicare al grande mistero che si era impossessato dei giocatori del Torino.In realtà, in molti non vedono proprio nessun mistero, anzi ritengono di aver compreso piuttosto chiaramente cos'è successo. Vorrei tanto avessero torto, ma per confutarli mi manca oggi ogni argomento.
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