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Torino, se lo stadio di proprietà fosse l’Olimpico Grande Torino: benefici e limiti

Focus / L'attuale struttura non permetterebbe un'espansione per spazi commerciali, un'area potrebbe essere quella dietro alla biglietteria di piazza d'Armi

Roberto Ugliono

Dopo aver analizzato la situazione del Torino in generale, il focus non può che essere sull'Olimpico Grande Torino. Prima di ogni altra cosa sarebbe bene valutare anche un eventuale costo che dovrebbe affrontare Cairo per acquisire dal Comune di Torino l'impianto stesso. Per avere un'idea di quanto potrebbe essere valutato il complesso, si può prendere a modello il Luigi Ferraris di Genova, il cui costo si aggira su una cifra intorno ai 16 milioni di euro. Tale valutazione potrebbe essere la soglia massima per comprare l'Olimpico Grande Torino. Una cifra sicuramente non irraggiungibile, ma comunque importante, visto che al momento equivarrebbe all'acquisto di un giocatore per la Prima squadra. L'operazione, ovviamente, potrebbe anche essere coadiuvata da uno sponsor, ma una soluzione del genere potrebbe anche comportare l'intitolazione dello stadio allo stesso sponsor. A facilitare l'acquisto potrebbero essere i risultati sportivi, perché se il Torino dovesse ottenere una serie di qualificazioni in Europa, vedrebbe aumentati anche i suoi profitti. Superato lo scoglio dell'acquisizione dell'impianto, poi, il Torino dovrebbe pensare a come far fruttare l'investimento fatto.

BENEFICI - Un effetto immediato sarebbe legato all'affitto degli spazi dello stadio per eventi di sponsor o organizzazioni private. Tale situazione permetterebbe al Torino di mettere in funzione lo stadio 7 giorni su 7 e solamente così potrebbe risultare un investimento riuscito, perché se si limitasse il suo utilizzo alle sole gare interne, i profitti sarebbero decisamente inferiori. L'affitto, poi, potrebbe anche essere fatto per i vari concerti che, soprattutto nel periodo estivo, si susseguono nell'impianto. Ovviamente in tal caso sarebbe proprio il Torino a decidere le date in cui ospitare gli eventi. Ultimo, ma non per importanza, l'aspetto riguardante la fidelizzazione dei tifosi, che potrebbero sentire l'Olimpico Grande Torino a tutti gli effetti casa propria.

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LIMITI - Nonostante tutto, però, il complesso non potrebbe essere modificato più di tanto per via dei vincoli imposti dalle Belle arti. Una delle soluzioni per aumentare la capienza dell'Olimpico sarebbe quella di abbassare il campo di gioco, così da aumentare lo spazio edificabile. Ci sono due obiezioni però. La prima è abbastanza logica e riguarda la visibilità. Infatti, abbassando il campo, la distanza di quest'ultimo dai seggiolini del terzo anello sarebbe effettivamente esagerata e non ne gioverebbe per gli spettatori presenti. Inoltre, se tale operazione fosse possibile, viene da chiedersi perché non era già stato fatto quando furono fatti i lavori per le Olimpiadi. Rimanendo sull'argomento capienza, un altro problema riguarda la struttura stessa dello stadio, che, essendo a forma ellittica, non permette grandi modifiche, non essendo possibile architettonicamente parlando, cambiare la forma anche solo di un singolo settore (esempio pratico, basta disegnare un ellissi su un foglio di carta e su di essa un rettangolo, si capisce intuitivamente che ci sarebbero delle parti che non tornerebbero). Altro problema è legato agli spazi edificabili. Il Grande Torino non permetterebbe di creare spazi commerciali affittabili al suo esterno e questo impedirebbe di incrementare i profitti. L'unico spazio che il Torino potrebbe sfruttare è lo spazio dietro la biglietteria in piazza d'Armi (quella tra Maratona e Distinti). In conclusione, come si può capire, l'acquisizione dell'Olimpico potrebbe non portare grandi benefici. Per far sì che l'investimento porti a veri e propri profitti, andrebbe preparato un progetto efficiente. Intanto il Torino ha dalla sua ancora 6 anni di affitto dello stadio, un periodo in cui si può studiare la soluzione migliore.