Salvatore Sirigu è stato ospite alla Domenica Sportiva su Rai Due nella serata di domenica. Ecco le sue parole, partendo dal Toro, la società con cui si sta rilanciando con vigore nel calcio italiano dopo un'esperienza agrodolce al Paris Saint Germain. “È una maglia che pretende responsabilità, più che essere pesante, per il passato glorioso della squadra e per quello che rappresenta per la città di Torino. La storia di questo club non è da tutti. È una piazza molto emotiva, che pretende tanto, che gode delle vittorie ma a volte vive con un po' di negatività le sconfitte. L’abbiamo provato fino al mese scorso”. Sul derby contro la Juventus: “Sicuramente è una partita unica nel suo genere, per i tifosi è qualcosa di diverso. Intorno alla squadra si crea sempre un ambiente particolare. Il derby è il derby, e come in tutte le città i valori tecnici spesso si livellano”.
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Torino, Sirigu: “La maglia granata ti dà responsabilità. Buffon? Era nervoso”
Le parole / Il portiere granata ospite alla Domenica Sportiva
Sul suo ex club, il Paris Saint Germain, che nonostante gli ingenti investimenti non riesce a fare strada in Champions League: “È difficile per tutti, e se ci pensiamo il PSG è stato creato sette-otto anni fa. Si è prima di tutto posto l’obiettivo di imporsi in Francia. Quando giocavo lì, guardavamo sempre al campionato italiano e avevamo paura ad affrontare squadre dall’Italia. Rispetto alla Serie A, il campionato francese ha molta meno paura a lanciare i giovani, che tra l’altro dimostrano una grandissima personalità. Perché restano poco in Francia? Penso che fin da piccoli sognino di giocare in altri campionati: hanno questa aspirazione a uscire dalla Francia, ambiscono a questo”.
Come mai Sirigu, sardo, non ha mai giocato nel Cagliari? “Ho iniziato a giocare in porta a La Caletta, il paese in provincia di Nuoro dal quale provengo. Ero il più piccolo nel campetto della chiesa, mi hanno messo in porta perché avevo le mani grandi. Mi piaceva stare in porta, giocavo per passione. Da ragazzino i rossoblù non mi hanno mai cercato, ma da buon sardo io sono un grande tifoso del Cagliari, che rappresenta un’intera regione, ce l’ho sempre nel cuore”. Passione testimoniata anche da uno dei tatuaggi di Sirigu, che rappresenta la Brigata Sassari. Infine, un parere sugli altri principali portieri della Serie A, a partire dal collega della Juventus, nelle ultime ore sulla bocca di tutti. “Buffon? Quelle parole sono figlie del nervosismo, dell’averci creduto fino alla fine. In quei trenta secondi, ti vedi sfumare tutto così: dura da digerire per tutti, soprattutto per lui, che ha un rapporto viscerale con la sua squadra. Comunque non posso permettermi di dargli un consiglio", dice Sirigu, che preferisce non esporsi. "E’ una persona molto intelligente: sarà lui a capire se aggiustare il tiro oppure no".
Su Gianluigi Donnarumma, invece: "Ha già 100 presenze in Serie A, consigli sul futuro non posso proprio dargliene. Mi sembra legato alla maglia del Milan, credo stia coronando il sogno della sua vita. Il futuro però non lo conosciamo, il calcio è imprevedibile. Se Reina può essere il suo secondo? Dipende dal contratto che gli è stato offerto. Se il Milan se vuole essere di vertice, deve avere due portieri affidabili e forti. Reina appartiene a un’altra generazione di portieri e lavora differentemente con la squadra, si sposa bene con la difesa a zona e agisce bene per la linea difensiva. E' perfetto per il gioco di Sarri”.
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