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Torino, una piazza impegnativa

di Stefano Rosso - La Torino granata viene spesso definita come una piazza impegnativa, dove tifo caloroso e pubblico esigente si uniscono al peso ed al blasone della storia trasformandosi in un fardello non indifferente di...

Stefano Rosso

di Stefano Rosso - La Torino granata viene spesso definita come una piazza impegnativa, dove tifo caloroso e pubblico esigente si uniscono al peso ed al blasone della storia trasformandosi in un fardello non indifferente di difficoltà e pressioni. Negli anni si è spesso insistito sulla necessità di puntare su un vecchio cuore granata per guidare squadra e società perchè soltanto questo genere di persone avrebbe potuto comprendere l'ambiente e comportarsi di conseguenza.

La storia ha però mostrato che questo genere di ragionamento, al Toro, non ha sempre dato i frutti sperati. I risultati delle ultime stagioni, altalenanti e spesso tendenti al basso, hanno palesato che evidentemente persone troppo coinvolte e legate ai colori granata possono patire la pressione più degli altri e deludere, spesso ampiamente, le attese.

Sono sotto gli occhi di tutti i risultati dell'ultimo tecnico del Torino, Franco Lerda, che per sua stessa ammissione aveva coronato un sogno sbarcando sulla panchina del Torino: nella prima parte della stagione, quasi incredulo di esserci arrivato, aveva incominciato a dirigere la squadra con poco polso – proprio lui, noto in tutte le piazze in cui è stato per il carattere da sergente di ferro – per poi ricredersi, al suo ritorno dopo il periodo Papadopulo, e diventare intransigente in qualsiasi situazione. Inutile rimarcare quanto tutto ciò non abbia concesso all'allenatore di Fossano né a squadra e società i risultati sperati.

Procedendo a ritroso, però, si possono incontrare anche altri nomi illustri che hanno fallito a Torino: se Giancarlo Camolese - legato a doppia mandata ai colori granata e mai dimenticato dai tifosi del Toro – che non è riuscito a confermare quanto di buono fatto in passato e salvare panchina e categoria nonostante il completo appoggio popolare merita un discorso a parte, sicuramente non ci si può dimenticare di Novellino, allora reduce da un quadriennio d'oro con la Sampdoria, che da tempo immemore non nascondeva il suo sogno di allenare all'ombra del Filadelfia, dove il 'Monzon' calciatore era cresciuto.

Tornando ancora più indietro si possono citare i nomi di Ezio Rossi, artefice della Triestina dei miracoli, Gigi Simoni, attualmente alla direzione tecnica del Gubbio con ottimi risultati, ma allora tutt'altro che soddisfacente sulla panchina.

(foto: M.Dreosti)