Che al Toro sia mancata costanza nelle ultime settimane è cosa nota ma, di solito, quando c'è un periodo di calo dovrebbe essercene in seguito anche uno di miglioramento. E così è stato per Simone Verdi, tra i migliori in campo contro il Genoa in una partita che ha visto il Torino vincere ma tutt'altro che convincere. I tre punti però pesano eccome per il percorso della squadra di Mazzarri, che con il passare delle partite sembra che stia ritrovando una pedina importante come Verdi.
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Torino, Verdi: un assist per crescere ancora. E quell’abbraccio con Mazzarri…
Focus on / Segnali di crescita dall'ex Napoli: contro il Genoa è tra i migliori. E l'assist per il gol di Bremer rompe il digiuno granata sui calci da fermo
PERIODO GRIGIO - Probabilmente alcuni nel ripensare al Verdi visto a Brescia si staranno ancora chiedendo se quel giocatore confuso al Rigamonti fosse veramente lui. Una trequarti che non sembrava poter essere il suo habitat naturale, con qualche piccolo spunto ma tanti, troppi errori nelle giocate decisive. Le stesse giocate per cui Mazzarri lo aveva fortemente voluto a Torino. Poi la buona prestazione contro l'Inter, che invece è stata come un'interrogazione di recupero; rafforzata dal segnale della fiducia di Mazzarri nei suoi confronti. Schierato, un po' a sorpresa, al posto di un Berenguer decisamente più convincente, Verdi si era trovato ad affiancare Belotti in un 3-5-2 a specchio ed è stato parte integrante delle manovre più positive di una serata nera per la sua squadra, riuscendo comunque a sfornare un paio di traversoni che avrebbero meritato miglior sorte. Ancora una volta però "l'alunno potrebbe ma non si applica al massimo delle sue potenzialità", e nonostante i segnali di crescita nel complesso non arriva la sufficienza piena.
CRESCITA - A Genova invece, per quanto sia necessario rimanere con i piedi per terra, la musica è diventata più orecchiabile. Vuoi per il ruolo, tutta sua la destra del centrocampo granata in un 4-4-1-1 privo davanti dell'appoggio di Belotti, vuoi per il buon duetto con Berenguer, Verdi esce dal mutismo di questi mesi, dice la sua è appare più coinvolto e dinamico riscoprendosi esterno puro. Ottimo, ad onor del merito, il corner di mancino a rientrare per il colpo di testa di Bremer e ardito il tentativo dai 25 metri con il destro che costringe Radu al tuffo sul primo palo. È evidente che le qualità da tiratore scelto in Verdi ci siano ancora e che forse fosse l'intero contesto del Toro in agitazione ad influenzare le sue giocate. Provvidenziale sembra essere stata in questi termini la sosta per le Nazionali, in cui Verdi ha potuto riflettere e lavorare a stretto contatto con la squadra e con Mazzarri. Mazzarri con il quale Verdi, sostituito all'86' di Genoa-Torino, si è lasciato andare ad un lungo e liberatorio abbraccio che dice molto del momento di entrambi. La strada imboccata dall'ex Napoli sembra essere quella giusta, ma i margini di miglioramento sono sempre in attesa di essere spostati ancora più in là.
Lorenzo Chiariello
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