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Torino-Vicenza 1-0 Che sofferenza

Primo tempo. Gli uomini di Colantuono vanno al riposo in vantaggio, ma che sofferenza.
L'inizio di gara è lento, e lo è da ambo le parti: la nota, cosiddetta “fase...

Redazione Toro News

"Primo tempo. Gli uomini di Colantuono vanno al riposo in vantaggio, ma che sofferenza.L'inizio di gara è lento, e lo è da ambo le parti: la nota, cosiddetta “fase di studio” dura un quarto d'ora, e chissà quanto ancora si proseguirebbe così, senza squilli, se non fosse per Giosa, che decide di salutare il rientro in campo di Inacio Pià con un regalo confezionato a misura del brasiliano: retropassaggio lento su cui la rapida punta granata si avventa, eludendo l'uscita di Russo e appoggiando in rete.Fino ad allora, non era accaduto nulla; e più nulla accadrà nell'area vicentina. Dal 20' in avanti, infatti, i biancorossi (oggi in blu) si scuotono, eccome. Alessandro Sgrigna prima lambisce il palo con una rasoiata da fuori, poi lo colpisce in pieno, con Sereni già superato dalla palla, su un ottimo contropiede degli ospiti. Non è finita: Gasbarroni (oggi più che mai lento nella gestione della palla) imita Giosa, ma Gavazzi è meno abile di Pià e non accetta il regalo.Ci vuole un break di Bianchi per dare respiro ai suoi: più di metà campo palla al piede, finché Giosa deve stenderlo, proprio al limite dell'area. Colantuno deve togliere l'acciaccato Barusso inserendo Coppola, ma la manovra del Toro è nulla, non viene costruita una sola azione da rete, mentre il Vicenza riparte: Sgrigna viene ribattuto all'ultimo da Ogbonna dopo aver saltato i granata come paletti d'area, e nel finale Bjelanovic va a 20 centimetri dal gol dell'ex.Si va al riposo con il Torino in vantaggio ed il Vicenza che recrimina, e a ragione.Secondo tempo. Se il Torino del primo aveva destato perplessità, quello della ripresa offre solo certezze. La certezza di non avere un gioco, ad esempio.Quel che conta è il risultato, ora più che mai; ma un conto è portare avanti una partita difensivista, a protezione del piccolo e preziosissimo capitale di un gol da tre punti, e un altro conto è invece esporsi a continui rischi e pericoli che solo la bravura del portieri (anzi, dei portieri) e l'imprecisione degli avversari evitano.I portieri, dicevamo: Sereni rimane negli spogliatoi, guaio alla schiena, Morello si farà comunque valere, ormai è una sicurezza. E' anche sfortunato, Colantuono, per via dei guai fisici: l'unica sostituzione programmata è quella di Gasbarroni con Antonelli, applaudito al rientro. E proprio Antonelli effettua il primo tiro verso la porta avversaria in questo secondo tempo: è il minuto 25, e questo dice molto. Nell'occasione, Bianchi si arrabbia perché non è stato servito, e in effetti dev'essere davvero frustrante fare una partita come quella del capitano, sempre sulla trequarti a cercare combinazioni con le ali, mai a guardare una volta in faccia il portiere avversario.Sgrigna fa dannare i difensori granata, specialmente Rivalta, e coglie un altro legno (traversa), tante volte gli attaccanti vicentini in area sbagliano il tiro, o l'ultimo tocco, o trovano una ribattuta in mucchio, finché iniziano a mettersi le mani nei capelli, increduli davanti al sortilegio che sembra proteggere la porta del bravo Morello.Loria carica il pubblico, ma è davvero difficile, oggi, chiedere più di così ai tifosi. Il Vicenza abbina il cuore che mette in campo chi deve salvarsi ad un gioco che non sarà da Brasile ma lo sembra, a tratti, al cospetto di questo inguardabile Toro. Che ottiene, comunque, tre punti da play-off, e una vittoria (non già “una partita”) da dedicare a Cristina Pianelli.

"(foto M.Dreosti)