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Toro, calo di motivazioni post derby? Tutti i motivi per non crederci

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Da chi sogna la Nazionale a chi invece deve guadagnarsi la conferma in granata: diverse motivazioni per continuare a fare bene

Alberto Giulini

Lo scenario più verosimile, in casa Toro, è ritrovarsi ad affrontare un finale di stagione senza particolari obiettivi di classifica. La lotta salvezza non ha mai riguardato i granata, mentre l'Europa che a gennaio poteva sembrare vicina si è via via allontanata nelle partite dell'ultimo mese. Ecco dunque il rischio teorico che l'assenza di obiettivi veri e propri di classifica - unito al fatto che la partita da tutti più sentita, il derby, sia alle spalle - possa portare col passare delle settimane ad un calo di motivazioni. Ci sono però diversi motivi che portano a ritenere questa possibilità remota, tra obiettivi di squadra ed anche dei singoli giocatori.

STIMOLO JURIC - Juric stesso ha più volte sottolineato come il campionato dei granata non sia affatto terminato. E il Verona della scorsa stagione può essere l'emblema di quanto il tecnico non abbia intenzione di staccare la spina anche quando non si prospettano grandi obiettivi di classifica: l'anno scorso gli scaligeri senza più nulla da chiedere al campionato andarono a Napoli a strappare un puntò che impedì ai partenopei di qualificarsi in Champions League. Il primo a non volere cali di tensione sarà dunque Juric, che ha messo delle basi importanti per il futuro e che avrà modo di valutare con attenzione tutti i componenti della sua rosa. Oltre agli obiettivi legati alla squadra, ce ne sono altri dei singoli giocatori.

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I SINGOLI - Si pensi ad esempio a Belotti, che in questi mesi è come fosse in vetrina: a prescindere da quello che sarà il suo futuro, un giocatore in scadenza deve mettersi in mostra per strappare un buon contratto ed il Gallo dovrà inoltre confermare di meritarsi una maglia in Nazionale. L'azzurro è alla portata anche di giocatori come Mandragora e Pobega, che tanto bene stanno facendo in granata e che si candidano dunque per una chiamata di Mancini verso il playoff mondiale di marzo e forse ancor di più gli impegni di Nations League di giugno: sarà decisivo, da questo punto di vista, proprio il rendimento nel Toro. Hanno interesse a mettersi in mostra anche gli acquisti di gennaio: Ricci deve dimostrare di sapersi imporre anche lontano da Empoli e l'obiettivo Nazionale vale anche per lui, Seck deve dimostrare di valere la Serie A e Pellegri deve far capire di essersi lasciato tutti i problemi fisici alle spalle (e in ballo c'è anche il riscatto).

LE CONFERME - A proposito di riscatti, per confermare tutti i granata dovrebbero spendere 60 milioni di euro. Una cifra decisamente importante, che imporrà alla società di acquistare solamente i giocatori di cui sia veramente convinta. Detto di Pellegri, anche un elemento come Pjaca dovrà dimostrare in questi mesi di meritare un investimento da parte del Toro. Non mancheranno dunque gli stimoli per fare bene negli ultimi mesi di campionato, che potrebbero rivelarsi decisivi per orientare la scelta della società. Il discorso si potrebbe estendere anche ad Ansaldi, il cui contratto è in scadenza al termine della stagione: il valore dell'argentino non è in discussione, così come la sua importanza all'interno dello spogliatoio, ma dovrà far capire di essere ancora all'altezza dal punto di vista fisico. Gli stimoli dunque non mancano: in casa Toro c'è più di un motivo per tenere alta la tensione.

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