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Fiorentina-Toro, testa e cuore per l’obiettivo finale

Verso Fiorentina-Torino / Nessun regalo, nessuno sconto, nessuna illusione: questa sera bisognerà lottare. Il Toro è pronto, assieme alla sua gente, per scrivere la Storia

Federico Lanza

"La marea granata che invade Superga, 25.000 anime granata di tutte le età ed estradizione sociale. Il Torino non è più la squadra dei “vecchi”, quei vecchi (che poi tanto vecchi non sono) che hanno avuto il privilegio di festeggiare, ad esempio, l'ultimo Scudetto. Il Toro, oggi più che mai, è giovane. Anzi, bambino. Bastava fare un giro sul Colle il 4 maggio per farsi una vaga idea. Il colore granata è tornato a fare nuovi proseliti, nuovi adepti. Perché il Torino non guarda in faccia nessuno. Anzi, lo fa. Eccome se lo fa. Perché essere del Toro non è per tutti. E oggi, questa massa eterogena di tifosi si sta muovendo sinuosa, come un serpente, verso Firenze. Autobus, autostop, macchina, treno: tutti i mezzi di locomozione vanno bene per inseguire il sogno. Che da 20 anni è sempre rimasto tale, mai trasformato in realtà. Utopia. Possibilità concreta oggi, stasera.

"Nessun regalo sarà. Lasciamo stare il gemellaggio: quello è tra i tifosi, quello è per le vie di Firenze e sugli spalti del Franchi. Le squadre non conoscono amicizia, solo sana rivalità sportiva. Ed è per questo motivo che non bisogna stupirsi della scelta di Vincenzo Montella di schierare i suoi elementi migliori: le partite si vincono, non si regalano. Ovviamente, la Fiorentina avrà stimoli e motivazioni completamente diversi dal Torino di Giampiero Ventura, ma non per questo lascerà via libera per fare il buono ed il cattivo tempo. Chi ha visto la partita di ieri pomeriggio tra Barcellona e Atletico Madrid, non può non aver notato la reazione della squadra di Simeone dopo l'intervallo. Cosa avrà detto il tecnico argentino ai suoi? “Cabeza y corazon!”. Testa e cuore. Quello che servirà al Torino stasera. Cosa contraddistingue il tifoso granata dagli altri? L'importanza di valori come il rispetto e la lealtà, così sacri da venire totalmente sacrificati per far spazio allo scopo. Questo non vale per il Torino, abituato com'è a lottare con le unghie e con i denti per l'obiettivo finale. Nessuno sconto, nessun regalo, sarebbe fin troppo banale. Non trovate?