"Eh si, la rimonta del Bologna - per un pareggio che sicuramente sta stretto più ai rossoblù che al Torino, rispetto alle occasioni e al gioco creato - è davvero il pareggio della sconfitta! La sconfitta innanzitutto del presidente Cairo. Colpevole di aver pensato che, con un allenatore come Giampaolo, chiamato “maestro”, un giovane e rampante direttore sportivo, ma con poca esperienza, come Vagnati, più tre acquisti come Linetty, Rodriguez e Vojvoda (sicuramente buoni giocatori, ma con poca qualità) e tre prestiti come Murru, Bonazzoli e Gojak, avrebbe risollevato il Toro rispetto alla passata stagione.
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Torino, con il Bologna il pareggio della sconfitta
Controcorrente – I granata e l’ennesima rimonta subita per una disfatta preventivata
"La realtà è cruda e sotto gli occhi di tutti. Resa evidente dai risultati, che vedono i granata penultimi a pari punti con il Genoa, con soli 7 punti dopo 13 partite. Se questa non è una disfatta, poco ci manca e il pareggio contro il Bologna ne è l’esempio lampante. Ma le colpe sono anche da suddividere anche con l’allenatore, chiamato "maestro" di calcio.
"Vorrei solo capire, ‘maestro’ perché? Cosa ha vinto? Cosa ha insegnato? Sicuramente, Giampaolo è un bravo allenatore, ma certi appellativi lasciano mille interrogativi e risultano tonanti in negativo, viste le ultime stagioni al Milan e al Torino. L'appellativo di ‘maestro’, certamente non se l'è affibbiato da solo e sarebbe dunque bello capire chi glielo abbia dato, mettendo lo stesso in difficoltà storica. Non basta certo fare un paio di stagioni buone con una squadra come la Sampdoria per essere "maestro" e questo va a sua difesa. Allora il bravo Gasperini cos’è? Che insegna e lancia giovani su giovani e consegue, magari non vittorie di scudetti o coppe, ma vittorie economiche per la sua società. C’è ne sarebbero altri di esempi e di allenatori. Dunque, Giampaolo è un bravo allenatore? Questo si, e ha bisogno di giocatori adatti al suo gioco, peccato però che non gli siano stati forniti. Di sicuro la sua faccia sempre scura e triste non aiuta i giocatori, mai un sorriso nemmeno quando il Toro si porta in vantaggio.
"Altro colpevole di questo pareggio, che sa più di sconfitta è Vagnati. Si dirà di lui che il presidente Cairo non gli ha fornito i fondi necessari per i giusti acquisti e forse è vero, ma anche Petrachi ha avuto gli stessi problemi, salvo rivelarsi poi un mago a scovare i giocatori adatti al proprio allenatore. Gli acquisti fatti, due su consiglio di Giampaolo (Rodriguez e Linetty), mentre Vojvoda era già una segnalazione antica, gridano vendetta all’inesperienza del ds. Senza parlare poi di Gojak, preso come terza o quarta scelta, una mezzala e anche esterno quando avrebbe fatto più comodo un vero rifinitore. Calciatori normali che non hanno portato nessun valore aggiunto alla squadra.
"Infine ci sono loro quelli che vanno in campo, i giocatori. Tra loro, alcuni sono rimasti controvoglia e altri invece, per motivi fisici o per limitate capacità tecniche dal punto di vista qualitativo o caratteriali, non hanno mai ingranato. Il pareggio della sconfitta con il Bologna e l’ennesima rimonta subita e il penultimo posto in classifica è figlio di tutto questo. In questo Toro, di vero Toro, c’è solo Belotti e pochi altri: sicuramente Ansaldi, che deve però fare i conti con i suoi malanni fisici, poi i giovani Lukic e Bremer che alla fine vengono coinvolti nella debacle generale.
"Contro il Bologna, si è visto un Toro senza schemi di gioco e i giocatori correvano qua e là, visibilmente confusi, senza sapere cosa fare. In preatica con zero idee dalla propria. Non si discute la voglia di far bene, quanto piuttosto l’incapacità di dare il via a manovre organizzate, veloci, capaci di creare azioni da gol. Per cercare tentare pericolosa, spesso capitan Belotti ha dovuto recuperare palla nella propria metà campo, andandola a sradicare dai piedi avversari e per poi farsi metri su metri di corsa finendo per sfiancarsi in un lavoro che non dovrebbe essere il suo. Domenica i giocatori granata hanno perso quasi tutti i tackle contro gli avversari, che hanno potuto così dare il via alle ripartenze rossoblù. E’ un Toro che morde poco. I granata saranno presto di scena al San Paolo, anzi nello Stadio Diego Armando Maradona. Una partita che potrebbe davvero diventare il baratro definitivo di una stagione. Siamo sotto Natale però…, servirebbe un miracolo e a San Gennaro non lo si può di certo chiedere vista la sua giusta napoletanità. Un aiuto da Babbo Natale o da Gesù Bambino lo si dovrebbe chiedere già solo per quello che il Toro ha rappresentato per la storia del calcio non solo italiano ma mondiale. Un’ultima riflessione storica quindi: al penultimo posto ci sono due squadre che rappresentano ben 16 scudetti in Italia e questo fa ancora più male.
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