"di Alessandro Salvatico
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Toro, coraggio!
di Alessandro Salvatico
Walter Novellino afferma che non farà “mai giocare Abate, Rosina, Gasbarroni e Bianchi insieme. Perché non ce lo possiamo permettere”. E’...
"Walter Novellino afferma che non farà “mai giocare Abate, Rosina, Gasbarroni e Bianchi insieme. Perché non ce lo possiamo permettere”. E’ inutile sottolineare l’ovvia maggior conoscenza del materiale umano granata da parte dell’allenatore che non di chi osserva più o meno da fuori, come chi scrive e chi legge; ma, se le nostre considerazioni sono inutili, sono però altrettanto inevitabili (a questo proposito, l’allenatore dovrebbe trovare risposte diverse da “non capite di calcio” a fronte di obiezioni comunque sempre legittime). E, se possiamo fare un passo indietro davanti alla competenza di un tecnico, possiamo per lo meno basare le nostre considerazioni sui numeri, sui risultati insomma.
"Infatti, se il mister boccia la soluzione del terzetto tecnico a sostegno del centravanti, possiamo guardare cos’è successo quando questo è stato tentato in passato: forse gli esiti dei precedenti tentativi ci daranno torto, nel nostro perorare la causa di un pizzico di coraggio offensivo in più. Gasbarroni non c’era, sostituiamo il suo nome con quello di Amoruso. E vediamo quando, dunque, sono stati schierati Abate a destra, Rosina a sinistra, e appunto Amoruso dietro a Bianchi.La prima volta, nel secondo tempo contro l’Atalanta, per mezz’ora. Risultato: in quei trenta minuti, il Torino segnò due gol (subendone uno, anzi mezzo). Seconda circostanza: Toro-Napoli, per 46 minuti; risultato: 1 a 0 per i granata. La terza occasione in cui i quattro davanti (“davanti” per modo di dire) sono stati utilizzati contemporaneamente è stata in quel di Genova rossoblù, nel primo tempo, concluso stavolta in svantaggio di un gol, ma quella sera il peggio sarebbe arrivato dopo. Ultima, a Lecce, per una parte del secondo tempo: parziale del periodo in questione, 2 a 1 per il Torino.
"Non pare così balzana, l’idea, alla luce dei risultati. Ora, si tratta di pura speculazione tattica, non pensiamo sia questo che possa cambiare la stagione granata, né c’è l’intenzione di spingere particolarmente affinché Novellino adotti questa soluzione: sa cosa fare e perché lo fa, Monzon, ma è più di atteggiamento che oggi ci troviamo a parlare. Più di atteggiamento che di tattica; un atteggiamento che poi, questo sì, si riflette anche sulle scelte di formazione. Parliamo di coraggio e consapevolezza. Il coraggio di andare a cercare la vittoria, che manca ormai come l’ossigeno, perché un pareggio, con questa classifica, è una sconfitta, lascia la stessa sensazione di inutilità e scoramento, e soprattutto lascia la stessa situazione che trova; e la consapevolezza, appunto, di essere sul fondo, e che non c’è molto da perdere: il penultimo posto, al massimo.
"Perciò, si vorrebbe vedere una squadra che in campo garantisca questo coraggio, a partire proprio da chi in campo la manda. Si vorrebbe vedere tentare Colombo, che ha fatto bene negli ultimi spezzoni di gara e che soprattutto sarebbe scelta molto diversa rispetto allo spostamento fuori ruolo di Dellafiore. Il tecnico può ribattere con considerazioni sulla necessità di arginare Pandev e Foggia, ragionevoli e probabilmente più giuste delle nostre: ma il momento buio, l’ansia, fanno sì che certi discorsi vengano poco ascoltati e pochissimo recepiti, e che i tifosi vogliano vedere una squadra di cui poter pensare, perso per perso, “ci hanno provato”. Per questo, vorremmo vedere in campo un Saumel sempre positivo ultimamente (e quasi sempre), un Gasbarroni che può fare la differenza, ma in campo, non in panchina.
"Non è da noi discutere tanto le scelte dell’allenatore, e questo non è nemmeno ora il mio intendimento; l’auspicio è quello di chi antepone, in questo momento, il coraggio e la consapevolezza all’accortezza tattica, cosa che probabilmente un allenatore non può permettersi di fare. Comprendo. Speriamo almeno che la forza e la spavalderia (necessaria quando si è lontani da casa) alberghino nel cuore di ogni giocatore del Toro, quest’oggi, perché questo permetterebbe di superare qualsiasi ruolo, qualsiasi scelta, qualsiasi modulo di gioco.
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