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Toro, dai un segnale forte!

di Gianluca Sacchetto

La prima partita dell'anno solare rappresenta da sempre un grosso punto interrogativo. Se, infatti, la pausa invernale permette a giocatori che di fatto non si fermano da metà luglio di...

Redazione Toro News

di Gianluca Sacchetto

La prima partita dell'anno solare rappresenta da sempre un grosso punto interrogativo. Se, infatti, la pausa invernale permette a giocatori che di fatto non si fermano da metà luglio di ricaricare le batterie al tempo stesso spezza i loro ritmi e regala spesso grosse sorprese. Negli ultimi anni in molti hanno così deciso di dare vita ai ritiri invernali in posti caldi, per richiamare la preparazione estiva ma anche per mantenere alta la concentrazione in vista della ripresa del campionato.

Nel caso del Toro quest'ultimo discorso assume ancora più valore, perché se è vero che le partite contro avversarie di spessore si preparano quasi da sole, con le motivazioni che non vengono certo a mancare, quando hai di fronte compagini come AlbinoLeffe o Ascoli (le due prossime avversarie dei granata) la preparazione psicologica del match da parte dell'allenatore assume una grossa valenza. Vincere oggi darebbe un segnale forte al campionato, dopo un mese di dicembre che non ha sorriso particolarmente alla formazione di Ventura, e permetterebbe a Petrachi di valutare senza fretta eventuali innesti da inserire nella rosa, con la consapevolezza che il gruppo attualmente a disposizione è già di assoluto valore. Da sfatare c'è il tabù che vede il Toro di Cairo mai vincente nella prima gara del nuovo anno, con l'ultimo successo che risale al 2005.

Per concludere una considerazione sulla gara odierna: con Morello in porta, piena la fiducia di Ventura nei suoi confronti, Ogbonna e i compagni di reparto potranno affidarsi di meno ai retropassaggi, poiché il portiere siciliano è sicuramente meno a suo agio di Coppola con i piedi. Toccherà a Ventura trovare una nuova soluzione e probabilmente oggi si assisterà a qualche pallone in più spazzato in tribuna, che non sempre è un male. Il grossolano errore di Modena, nell’ultimo impegno del 2011, lo testimonia ampiamente.

(foto Campo)