toro

Toro e Udinese: due modelli a confronto

Verso Torino – Udinese / Quest'anno il Toro è davanti all'Udinese, ma la tenuta ventennale del progetto di Pozzo è da ammirare

Gianluca Sartori

 

"Torino contro Udinese: la partita di domenica prossima può avere una doppia chiave di lettura. Sarà infatti, quella che andrà in scena allo stadio Olimpico, una sfida non solo tra due squadre di qualità ma anche tra due modelli di gestione sportiva della società. Da una parte c'è quello appena nato e in via di sviluppo del Torino di Cairo, dall'altra quello solido e durevole della famiglia Pozzo.

"LARGO AI GIOVANI STRANIERI – Niente da dire sull'oculatezza e sull'intelligenza con cui patron Pozzo ha gestito negli ultimi vent'anni la società friulana. In carica dal 1986, dopo un decennio di assestamento ha fondato un modello di gestione societaria che è diventato un caso di scuola: investimenti e risorse in gran parte dedicate alla rete osservatori, che ogni anno ha portato e porta in Friuli decine di giovani calciatori pescati chissà dove, che poi spesso a Udine hanno trovato la maturità e la consacrazione giusta per affermarsi nel calcio che conta, in modo da essere ceduti a peso d'oro e a suon di plusvalenze economiche per la società. Strategia rafforzata e solidificata ulteriormente dall'acquisizione, da parte dei Pozzo, di squadre estere come Granada e Watford, in grado di poter fare da società-satellite. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: ci possono essere state stagioni più o meno fortunate visto l'alto tasso di rischio che comporta una strategia societaria simile, ma è dal 1995 che l'Udinese sta lontana dalla Serie B e in vent'anni ci sono state tre partecipazioni alla Champions League, solo tre campionati conclusi nella parte destra della classifica e ben tre capocannonieri della Serie A (Oliver Bierhoff, Marcio Amoroso e Antonio Di Natale).

"LO ZOCCOLO DURO DEL TORO – Urbano Cairo, dopo dei confusi primi anni in cui poco si riusciva a vedere la volontà di stabilire una programmazione a lungo a termine, ha trovato da tre anni la “quadratura del cerchio”, trovando in Gianluca Petrachi e Giampiero Ventura i professionisti giusti a cui affidare le sorti future del Toro. La crescita della squadra granata, da tre anni a questa parte, è evidente: con le risorse societarie concentratesi, per ora, soprattutto sulla costruzione della Prima Squadra, i vertici dirigenziali del Toro hanno puntato su uno zoccolo duro di giocatori ( come i vari Darmian, Vives e Glik) a cui affiancare di anno in anno innesti mirati in modo da aumentare la qualità della squadra. Un progetto promettente e affascinante che sta prendendo il volo, ma la cui tenuta però andrà certamente verificata nei prossimi anni.

"Classifica di quest'anno alla mano, il confronto tra i due modelli di gestione societaria sorride al Toro, che ha al momento ben dieci punti in più dei rivali friulani. La storia degli ultimi anni dice però che poco si può insegnare alla società Udinese in quanto a programmazione: i tifosi granata firmerebbero perché i prossimi venti anni della loro squadra fosse simili agli ultimi due decenni che hanno vissuto gli sportivi friulani, c'è da scommetterlo…

tutte le notizie di