di Paolo Morelli
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Toro, gli altri lo sanno già
di Paolo Morelli
Quella traversa di Bianchi dopo pochi minuti aveva - ancora una volta - illuso i tifosi granata. Il Toro ha concluso con un paio di tiri in porta nel finale di gara. Ma tra...
Quella traversa di Bianchi dopo pochi minuti aveva - ancora una volta - illuso i tifosi granata. Il Toro ha concluso con un paio di tiri in porta nel finale di gara. Ma tra quei tiri in porta e la traversa iniziale, il nulla. E qui si parla di di un gioco quasi accettabile per il primo tempo, assente nella ripresa. Un gioco bello a tratti (solo nella prima frazione di gara) ma assolutamente improduttivo.La squadra di Novellino sembra avvolta nel cellophane. Azioni preconfenzionate e prevedebili. Se mancano Corini e Rosina, la squadra non riesce ad avere idee. Se non fosse stato per le sgroppate di Abate sulla destra, Bianchi e Ventola non avrebbero ricevuto nemmeno un pallone giocabile. Bene l'ingresso di Gasbarroni, che se non altro ha garantito qualche soluzione in più anche dal lato sinistro del campo. Perché metterlo dentro solo per 30 minuti? Oramai dovrebbe avere recuperato, se non ha i 90 minuti nelle gambe, non ci pare un'eresia pensare che ne possa avere 45.Invece il gioco offensivo viene lasciato all'improvvisazione, qualche lancio in area o giusto un paio di cross dai piedi di Abate. Spunti che diventano passaggi per le difese avversarie, mai veramente messe alla prova dalle iniziative granata. Così succede che alla prima distrazione difensiva (Guarente non contrastato e libero di crossare per il primo gol di Floccari; errore nell'applicazione della tattica del fuorigioco in occasione della seconda rete) non si riesca più a recuperare. Non perché l'atteggiamento sia sbagliato, ma perché non si hanno le capacità per pungere i reparti arretrati delle avversarie. Questo accade - ancora - non perché le retroguardie avversarie siano delle saracinesche, ma perché il reparto avanzato del Toro è cronicamente, inesorabilmente, prevedibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
Quella traversa di Bianchi dopo pochi minuti aveva - ancora una volta - illuso i tifosi granata. Il Toro ha concluso con un paio di tiri in porta nel finale di gara. Ma tra...
Quella traversa di Bianchi dopo pochi minuti aveva - ancora una volta - illuso i tifosi granata. Il Toro ha concluso con un paio di tiri in porta nel finale di gara. Ma tra quei tiri in porta e la traversa iniziale, il nulla. E qui si parla di di un gioco quasi accettabile per il primo tempo, assente nella ripresa. Un gioco bello a tratti (solo nella prima frazione di gara) ma assolutamente improduttivo.La squadra di Novellino sembra avvolta nel cellophane. Azioni preconfenzionate e prevedebili. Se mancano Corini e Rosina, la squadra non riesce ad avere idee. Se non fosse stato per le sgroppate di Abate sulla destra, Bianchi e Ventola non avrebbero ricevuto nemmeno un pallone giocabile. Bene l'ingresso di Gasbarroni, che se non altro ha garantito qualche soluzione in più anche dal lato sinistro del campo. Perché metterlo dentro solo per 30 minuti? Oramai dovrebbe avere recuperato, se non ha i 90 minuti nelle gambe, non ci pare un'eresia pensare che ne possa avere 45.Invece il gioco offensivo viene lasciato all'improvvisazione, qualche lancio in area o giusto un paio di cross dai piedi di Abate. Spunti che diventano passaggi per le difese avversarie, mai veramente messe alla prova dalle iniziative granata. Così succede che alla prima distrazione difensiva (Guarente non contrastato e libero di crossare per il primo gol di Floccari; errore nell'applicazione della tattica del fuorigioco in occasione della seconda rete) non si riesca più a recuperare. Non perché l'atteggiamento sia sbagliato, ma perché non si hanno le capacità per pungere i reparti arretrati delle avversarie. Questo accade - ancora - non perché le retroguardie avversarie siano delle saracinesche, ma perché il reparto avanzato del Toro è cronicamente, inesorabilmente, prevedibile.
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