"‘’Qualcuno direbbe che sono venti punti sul campo...’’. Urbano Cairo fa il verso ai cugini bianconeri e si gode la vittoria pre-natalizia del suo Toro sul Chievo. Una vittoria assolutamente fondamentale, che permetterà a squadra e tecnico di trascorrere una pausa più serena, forti del tranquillizzante +4 sul terz’ultimo posto e di un ambiente che ritrova fiducia dopo quaranta giorni senza i tre punti. Nel frattempo, la Società dovrà pensare a muoversi sul mercato: ieri il Presidente ha di nuovo parlato di investimenti su giocatori che aumentino la qualità della squadra. Ma è ovvio che il mercato in entrata dovrà essere complementare alle operazioni in uscita, e gli addii molteplici che sembrerebbero profilarsi soprattutto nel reparto d’attacco portano a supporre che una punta dovrà necessariamente arrivare.Ma, mercato a parte, manca un solo match al giro di boa del campionato e la pausa permette di cominciare a tirare le prime somme su questa stagione del Toro.PARTENZA SPRINT – Stagione che ha preso il via con risultati decisamente al di sopra delle aspettative per la squadra granata, che dopo sei giornate aveva già collezionato nove punti grazie ad una difesa insuperabile e ad un gruppo compatto. Ciliegina sulla torta: la clamorosa goleada rifilata all’Atalanta in casa sua, un 1-5 che resta forse la soddisfazione maggiore che questa squadra è riuscita a togliersi fin qui.Ma, nonostante gli otto gol siglati in due vittorie, già all’epoca emergevano i palesi problemi in termini realizzativi che la truppa di Ventura continua ancora oggi a trascinarsi: pur costruendo una gran mole di gioco, al Toro manca troppo spesso l’ultimo passaggio, quello che trasforma la fatica in gol e punti preziosi. Meggiorini gioca praticamente da mediano di centrocampo, mentre Bianchi non è aiutato da un modulo che porta gli esterni molto più spesso ad accentrarsi che a crossare. Il risultato sono tre partite su sei in cui il Toro va in bianco.CARATTERE – E gli effetti negativi del mal di gol non tardano ad arrivare, accompagnandosi ad un’altra costante, forse ancora più preoccupante: il ‘mal d’Olimpico’. Il Toro cade malamente fra le mura amiche contro Cagliari e Parma, mentre in trasferta colleziona due pari di rilievo a Roma contro la Lazio e a Napoli, oltre che a Palermo. Il copione resta sempre lo stesso: molto gioco costruito, ma poche occasioni nitide e, soprattutto, pochissime realizzazioni. La retroguardia, per fortuna, si conferma tra le migliori del campionato: i granata non concedono praticamente nulla ad avversari del calibro di Lazio e Napoli. Sicché emerge un’altra caratteristica rilevante di questa squadra: la personalità. Un gruppo imbottito di esordienti in Serie A non sembra avere mai le gambe tremanti, nemmeno davanti a squadre tecnicamente più attrezzate e in stadi che potrebbero incutere un certo timore. Una valorizzazione importante, dunque, che permette al Toro anche di far crescere il prezzo di diversi giocatori sul mercato, come tiene a precisare il tecnico Ventura dopo che i suoi hanno finalmente ritrovato la vittoria all’Olimpico contro il Bologna: tre punti d’oro e la possibilità di ripartire.ARRIVANO I DOLORI – Ma, a quel punto, le cose cominciano a girare male: nell’infuocato filotto di big-match contro Roma, Fiorentina, Juventus e Milan i granata ottengono un solo punto (peraltro con una grande prestazione contro la lanciatissima squadra viola). Preoccupa soprattutto il calo della difesa che incassa la bellezza di 11 reti in 4 incontri: un dato inedito e per nulla rassicurante. Intanto, l’attacco continua a non brillare, e i soliti altalenanti esterni di Ventura non riescono a trovare quella continuità che risulterebbe essenziale per tutta la squadra. Se con Roma e Juventus si può parlare di partite particolari e un po’ sfortunate, il 2-4 subito contro un Milan tutt’altro che stellare è una vera débâcle: probabilmente la peggiore partita del Toro in questa stagione, che lascia intravedere scure nubi sul prosieguo del cammino granata verso la salvezza.LA REAZIONE – Il match di Marassi contro il Genoa diventa così una sorta di spareggio: il Toro ne esce con un pari non particolarmente esaltante, ma neanche troppo compromettente.Infine, è arrivata l’importantissima vittoria di ieri, e il secondo gradino nella serie di scontri diretti che attendono i granata è superato con successo. Dopo la pausa, infatti, il Toro affronterà tre match che potrebbero essere dei veri e propri spartiacque contro Catania, Siena e Pescara.UN GRUPPO UNITO - Venti sul campo: una quota giusta per chi vuole salvarsi, possibilmente senza troppo affanno. La tabella di marcia, dunque, finora può dirsi rispettata. Ma, prima ancora della classifica, preme sottolineare la compattezza del gruppo granata, che anche nei momenti più difficili non ha mai dato fin qui l’impressione di sfilacciarsi, come invece è accaduto molto spesso nel Toro degli ultimi anni. Le polemiche interne allo spogliatoio, quando ci sono state, si sono sempre spente nell’arco di un breve periodo: basti pensare al ‘caso Cerci’, che dopo il diverbio con Ventura di Toro-Milan sembrava dover essere addirittura ceduto e ieri è stato uno degli uomini chiave nella vittoria sul Chievo.E forse proprio questa è la base essenziale su cui costruire il buon campionato che gli uomini di Ventura stanno disputando e su cui può anche diventare possibile una progettazione futura.
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Toro: i conti tornano
‘’Qualcuno direbbe che sono venti punti sul campo...’’. Urbano Cairo fa il verso ai cugini bianconeri e si gode la vittoria pre-natalizia del suo Toro sul Chievo. Una vittoria assolutamente...
"Fulvio Vallana (Twitter @FulvioVallana)
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