"Non si può nascondersi dietro ad un dito. La qualificazione in Europa League, obiettivo dichiarato del Torino 2017/2018, già a fine febbraio appare una chimera. La sconfitta di Verona, unitamente alle vittorie di Milan e Sampdoria, ha fatto sì che i punti di distanza dal settimo posto siano diventati otto. Saremmo sorpresi se il Toro riuscisse a riaprire i giochi, seppur glielo auguriamo di cuore. Perlomeno - ad oggi - i segnali in tal senso non sono confortanti. In un momento così, le responsabilità, come è giusto che sia, vengano ripartite tra tutti e ai tifosi che continuano a seguire la squadra con fedeltà e amore - anche ieri a Verona erano centinaia - vengano date delle spiegazioni.
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Caro Toro: i misteri che bisognerebbe spiegare ai tifosi
Editoriale / Società, allenatore e giocatori: di fronte a un potenziale insuccesso come quello che si va profilando, le responsabilità sono da dividere tra tutti
"C’è un tecnico preparato e professionale che, arrivato da due mesi, non ha la bacchetta magica; non può passare nell’arco di quindici giorni da fine stratega a primo colpevole. Ed è evidente che al Torino manchi qualcosa in termini di cifra tecnica. Se però quella che c'è viene tagliata fuori ostinatamente, qualche dubbio viene. Con il massimo del rispetto per gli altri giocatori, la qualità di Ljajic è merce più unica che rara all'interno della rosa granata. E' davvero impossibile spiegare ai tifosi perchè si è deciso di farne a meno per quasi due mesi, sino al 70' della partita di ieri?
"C’è una società alla quale va dato il merito di aver costruito in estate la squadra seguendo i dettami per filo e per segno dell'allenatore precedente, Mihajlovic. Questa squadra, non va dimenticato, l'ha progettata, costruita, voluta, preparata lui, che è stato accontentato in tutto e per tutto in sede di mercato estivo. "Siamo attrezzati per l'Europa, se non ci arriveremo sarà solo colpa mia", fu la sincerità di Sinisa. Ma sul mercato di gennaio, serviva un centrocampista in più se è vero, come è vero, che è stato inseguito fino all'ultimo giorno di mercato Donsah. Una volta che il ghanese è stato (giustamente, aggiungeremmo) lasciato a Bologna, come mai non si è virato su un'alternativa? Così è rimasto un buco nella rosa e inevitabilmente si è prestato il fianco alle critiche.
"Infine, i giocatori. C’è poco da commentare, riguardo alla partita di Verona: se si regala un tempo agli avversari in Serie A è giusto perdere, anche se sono i penultimi in classifica e anche se non segnano da tre partite e mezza. C’era da mettere anima e carattere, contro il Verona: per dimostrare di essere una squadra con valori, che sapesse reagire dopo la sconfitta nel derby. E' spiaciuto invece constatare giocatori bloccati, nel cuore prima che nelle gambe, sempre secondi su tutti i palloni, contro un Verona che invece ha dimostrato di volere la vittoria. Per lottare per l'Europa, non mancano tanto le qualità tecnico-tattiche (che ci sarebbero, come ha dimostrato a inizio mese la gara di Marassi) quanto quelle caratteriali: non si è scoperto ieri. Ma il primo tempo di Verona è stato semplicemente incomprensibile. Sottotono anche gli uomini che solitamente tirano la carretta nella buona e nella cattiva sorte come Ansaldi, Obi e Burdisso. Che cosa è successo durante la settimana? Certamente ci sono confronti quotidiani, all'interno dello spogliatoio. Come è stata preparata questa partita?
"Last but not least. Perchè dopo i derby contro la Juventus il Torino non è mai capace di reagire? Ogni volta è come se il campionato finisse dopo la sfida contro i bianconeri. Un andazzo spiacevole che si era già visto con Ventura (anche dopo il derby vinto nel 2015) e che poi è proseguito con Mihajlovic e ora con Mazzarri; o almeno, la china che i granata sembrano avere imboccato è proprio questa. Sarebbe imperdonabile succedesse nuovamente: il professionismo è un'altra cosa. Sono questi alcuni degli interrogativi che, di fronte a un potenziale insuccesso come quello che si va profilando, andrebbero prima o poi sciolti nei confronti degli unici che dimostrano attaccamento alla maglia con i fatti e non con le parole: i tifosi.
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