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Toro, il boom di Barreto è un affare?

Si aspettava di partire dalla panchina e invece era nell’elenco dei titolari. Si aspettava di giocare al massimo un tempo e invece è rimasto in campo per 75’. Si aspettava di trovare alfine molte più difficoltà...

Federico Danesi

Si aspettava di partire dalla panchina e invece era nell’elenco dei titolari. Si aspettava di giocare al massimo un tempo e invece è rimasto in campo per 75’. Si aspettava di trovare alfine molte più difficoltà e invece a modo suo Vitor Barreto a Pescara è stato decisivo.DI BENE IN MEGGIO - Certo, ad un attaccante in primis si chiede di segnare e lui, nemmeno troppo scherzando, ha promesso di volersi sbloccare già domenica prossima con l’Inter in quella che potrebbe essere la sua consacrazione definitiva. Intanto però ha dimostrato di poter essere qualcosa in più di un semplice protetto di Ventura. Certo, meglio esordire con Meggiorini, rinverdendo i bei tempi di quattro stagioni orsono quando i due facevano coppia anche a Bari. Automatismi da ritrovare, ma sono bastati tre giorni per ricollegare i fili.

ARRIVA L’INTER - Ora i problemi sembrano essere per gli assenti, voluti o forzati. In primis Rolando Bianchi che certo contro l’Inter può ritrovare una maglia da titolare ma non è poi nemmeno così scontato. Perché non ce ne vogliano i puristi (e ovviamente tutti quei tifosi che lo stimano), ma quella con Meggiorini sembra coppia meglio assortita rispetto a quanto potrebbe essere con il capitano, anche se l’ultima parola come al soluto tocca al campo.

BIANCHI E IL RINNOVO - Intanto Barreto, volente o meno, ha fatti certo un favore a se stesso ma anche al presidente Cairo. Perché al di là delle frasi di circostanza, buttate lì con sagacia anche ieri nel dopopartita, la volontà di rinnovare con Bianchi è tutta da dimostrare e in fondo basterà attendere dieci giorni per una conferma definitiva. Con il brasiliano la rosa si ringiovanisce e i conti si alleggeriscono, sempre che il diretto interessato garantisca continuità (anche fisica) nel tempo. Non è più un Toro per trentenni, anche se non è nemmeno quello dei giovani, come hanno dimostrato le scelte anche recenti di Ventura e il solco ormai è tracciato.

SANSONE OUT - Così come non è più un Toro per Sansone. Un peccato, certo, alla luce di quello che era stato l’investimento iniziale supportato dalle speranze che gravavano sul giocatore. Si tratta solo di capire dove andrà a parare, visto che le pretendenti potenziali non mancano. Intanto c’è Barreto, che piano piano sta vincendo la diffidenza dei tifosi in attesa di vestire i panni di idolo se saprà realmente confermarsi decisivo. In fondo a Bari è stato così.Federico Danesi(foto M.Dreosti)