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Toro, la Coppa Italia nell’era Cairo: granata mai oltre i quarti di finale

Focus on / Il tabellone può aiutare il Toro, che negli ultimi anni non è andato bene in Coppa

Silvio Luciani

La scorciatoia per l’Europa League, un trofeo che manca dal 1995, quasi un tabù per il Torino sotto la presidenza di Urbano Cairo. Domani torna la Coppa Italia, una competizione che il Toro dovrà prendere sul serio soprattutto in questa stagione: il tabellone è quasi ideale. I granata entrano direttamente negli ottavi di finale in virtù del settimo posto conquistato nella scorsa stagione, incontrando il Genoa e, nel caso in cui passassero, la vincente tra Milan e SPAL. Un percorso decisamente alla portata, almeno fino alla semifinale, mai raggiunta dal Torino nell’era Cairo.

RISULTATI - Nei primi anni di Serie A, i granata partivano sempre dal terzo turno e spesso era lì che si fermavano. Nel 2006/2007, stagione del ritorno in A, addirittura al secondo turno. Il primo accesso agli ottavi di finale (ancora andata e ritorno all’epoca) risale al 2007/2008: il Toro venne eliminato dalla Roma (poi vincitrice del trofeo) nonostante il 3-1 dell’andata. Dopo gli anni di B, in cui il miglior piazzamento è stato il quarto turno, i granata hanno raggiunto gli ottavi di finale in altre quattro occasioni e i quarti in una sola occasione, nel 2017 grazie alla vittoria sulla Roma all’Olimpico e alla sconfitta nel derby che costò la panchina a Mihajlovic.

BILANCIO NEGATIVO - Un bilancio estremamente negativo, se non impietoso, in una competizione in cui il Torino ha collezionato 5 vittorie nella propria storia. Nell’era Cairo la Coppa Italia è stata spesso snobbata o non considerata importante come il campionato e alla crescita dei risultati in Serie A non è corrisposto un miglioramento dei risultati in Coppa. Il Toro deve puntare fortemente su questa competizione: innanzitutto perché vincendo 5 partite si troverebbe un trofeo in mano (manca da 25 anni) e poi perché la qualificazione in Europa League passa anche e soprattutto da lì.