"di Alessandro Salvatico
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Toro, la giornata dei tabù infranti
di Alessandro Salvatico
La domenica dell’Olimpico ha generato, più d’ogni altra cosa, un sentimento liberatorio. Il Torino si è dimostrato capace di andare al di...
"La domenica dell’Olimpico ha generato, più d’ogni altra cosa, un sentimento liberatorio. Il Torino si è dimostrato capace di andare al di là di limiti imposti ormai da tanto tempo da sembrare insuperabili.Il primo, e più banale, si chiamava semplicemente “Udinese”. Non esiste più, puf!, svanito: non esiste più la bestia nera del Torino Football Club, la squadra che aveva sempre battuto i granata dall’avvento di Cairo; i bianconeri sono parsi deludenti e senza forze, e la banda di Novellino ne ha approfittato. Come mi ha detto il ds friulano Leopardi a fine gara, il Toro “ha fatto quello che doveva fare”.
"Il secondo era il mostro, enorme ed invincibile, nato con il 2009 e cresciuto fino a divenire enorme ed apparentemente imbattibile: si chiamava “vittoria”. Nel nuovo anno non si era mai lasciato sottomettere dal Toro, che ci era andato vicino con il Chievo, l’aveva accarezzato con la Lazio, e l’ha definitivamente fatto suo l’altroieri. Per farlo, ha realizzato un gol (su palla inattiva!) e ha evitato di subirne.
"E proprio questo è il terzo tabù infranto domenica, e questo si chiamava “rimonta (altrui)”. Inter, Chievo, Lazio: tre occasioni consecutive in cui la squadra di Novellino aveva sprecato il vantaggio. Ieri, no; forse ha segnato sufficientemente tardi da reggere fino alla fine, o forse ha imparato come si fa. Si inserirebbe qui anche un quarto tabù infranto: si chiamava “palla inattiva”, dove su azioni da calcio piazzato non si è subito e anzi si è addirittura realizzato.
"Tra pochi giorni ci sarà l’occasione per infrangerne un quinto: si chiama “trasferta (vittoria in)”. Non sarà facile; ma nessuna partita lo sarà, da qui alla fine, in questa corsa a tappe che oramai non è più tanto lunga, e nella quale perdere un colpo può costare molto. A Cagliari si deve tentare la prima vittoria lontano da casa, e volendo anche la seconda consecutiva (sesto tabù). Personalmente, considererei un risultato simile in terra sarda come la vera svolta, una parola che per ora rimane, nel mio vocabolario, un tabù.
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