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Toro, la grande beffa

L'analisi di Fiorentina - Torino a mente fredda / Restano una grande partita e una grande stagione

Roberto Maccario

"La beffa, la sofferenza e l'amarezza sembrano essere ormai parte integrante del DNA granata.

"Un destino crudele ha voluto che anche la stagione più bella degli ultimi anni, quella che ha portato il Torino a giocare per traguardi impensabili fino a poco fa, si chiudesse tra lacrime e delusione.In cauda venenum dunque, come dicevano gli antichi latini. Il rigore di Cerci poteva regalare al popolo granata una gioia tanto meritata quanto inattesa, ma ha invece suggellato l'ennesimo capitolo di una storia quasi maledetta.Al di là dello scoramento, inevitabile in situazioni del genere, alla squadra di Ventura resta la consapevolezza di aver chiuso a testa alta un campionato memorabile, esprimendo il proprio calcio e giocando con grande personalità anche a casa di una Fiorentina determinata a disputare una partita vera, leale e combattuta, senza favoritismi di nessun genere, come è giusto che sia.I viola nella prima frazione tengono il match in pugno grazie ai loro grandi palleggiatori sulla linea mediana, il Toro si difende con ordine, rischia poco (solo un grande intervento di Padelli su Rossi) e dà l'impressione di poter colpire in contropiede.Nella ripresa il match si accende, con i granata che vanno sotto a causa di un rigore procurato da Cuadrado e realizzato da Rossi.La rete subita, unita al prevedibile vantaggio del Parma sul Livorno, sveglia la squadra di Ventura, che sostituisce un generoso ma opaco Meggiorini con Larrondo, inserendo anche Barreto per formare un tridente inedito ma capace comunque di dare i suoi frutti.E' proprio l'argentino infatti, dopo una grande azione di Cerci, a rimettere il punteggio in parità.Il Torino si spinge in avanti per cercare il successo, inevitabilmente si scopre troppo, e subisce il 2-1 dopo un fulmineo contropiede firmato dall'indiavolato Cuadrado e da Rebic.Glik e compagni però, lo hanno dimostrato più volte nel corso dell'anno, non mollano facilmente, e pareggiano nuovamente grazie ad una magistrale punizione di Kurtic prima che Barreto, in pieno recupero, si guadagni il rigore più importante dell'anno e prima che Cerci, per ironia della sorte il migliore in campo, lo calci addosso a Rosati spegnendo definitivamente ogni sogno di gloria.Con il pianto disperato dell'ex romanista si chiude una stagione davvero incredibile, il cui esito quasi sadico non deve far dimenticare i progressi ammirati. Ciò che importa ora è che non resti qualcosa di irripetibile, un' isola in mezzo a un mare di campionati sofferti o, peggio, anonimi, ma che un Toro a questi livelli sia la normalità.