La forza dei nervi distesi, unita alla consapevolezza nei propri mezzi. Ecco perché Riccardo Meggiorini è rinato e soprattutto nessuno si stupirebbe se domenica sera a San Siro al fianco di Barreto partisse ancora lui e non Bianchi.
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Toro, la rivincita di Meggiorini
La forza dei nervi distesi, unita alla consapevolezza nei propri mezzi. Ecco perché Riccardo Meggiorini è rinato e soprattutto nessuno si stupirebbe se domenica sera a San Siro al fianco di Barreto partisse ancora lui e non...
Poteva finalmente zittire i (molti) critici già nel derby d’andata con una gara tutta di sacrificio su Pirlo, esattamente come gli era stato chiesto, ma anche l’unica occasione vera per il Toro. Tutti sappiamo com’è andata a finire, lo sa persino lui. Così come è ben conscio ogni volta che gli tocca giocare, specialmente all’Olimpico, di dover dare molto più rispetto ai compagni perché molto meno gli viene concesso da parte dello stadio.Sulle generosità nessuno sino ad oggi ha avuto di che eccepire. Il problema è che per come vedono il gioco i tifosi, una punta centrale deve soprattutto fare quello, magari permettersi anche il lusso di segnare e invece il ‘Meggio’ è ancora fermo al palo. Eppure con una mediana così risicata e con la propensione limitate che hanno gli esterni (Cerci in primis) a sacrificarsi in copertura ogni suo rientro diventa merce preziosa anche se altrettanto gli toglie lucidità tutto quel correre.Si era capito che il trend cambiava già nel finale con il Siena, quando anche quella parte apertamente schierata con Sansone l’aveva incoraggiato e applaudito per la sua voglia di combattere. E a Pescara è stato uno dei migliori, inutile negarlo. Si è divertito, come ha sottolineato Ventura alla fine. Ha fatto il suo dovere, aggiungiamo noi. Soprattutto perché con Bianchi in fondo non si è mai trovato, mentre con Barreto magicamente ha ritrovato subito quel feeling creato nella loro esperienza barese.Non è un male se Ventura ha voluto ricostruire quella squadra qui, tagliando tutti i rami pericolosi. Non lo sarà soprattutto se giocatori come Meggiorini potranno (ri)trovare quella dimensione che sembrava perduta, forse per sempre. Ora la logica dice che con l’Inter toccherà di nuovo a Rolandinho. Ma per il tipo di formazione che metterò in campo Stramaccioni, Meggiorini in campo dal 1’ anche per dare una mano in mezzo non sarebbe certo un non sense calcistico. E intanto lui lavora, alla faccia dei gufi.Federico Danesi(foto M.Dreosti)
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