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Toro, Niang e De Silvestri deludono: Miha tradito dai suoi ‘fedelissimi’

Focus on / Per i due giocatori richiesti espressamente dal tecnico sono stati fatti investimenti importanti. La società ora pretende di più

Nicolò Muggianu

Sono loro le più grandi delusioni delle prime 10 partite del campionato granata. Niang e De Silvestri: i 'pupilli' di Mihajlovic, arrivati sotto la Mole su espressa richiesta del serbo, stanno fino ad oggi deludendo le aspettative. Per i due giocatori sono stati fatti investimenti importanti: trattative multimilionarie che, se sommate, compongono un investimento complessivo che rasenta i 20 milioni di euro. Il senegalese, in particolare, è stato l'acquisto più oneroso della storia del club: 15 milioni di euro versati nelle casse del Milan, con un riscontro - fin qui - non all'altezza delle aspettative.

Con la partenza di Zappacosta, invece, ci si sarebbe aspettati forse qualcosa in più da De Silvestri che, dopo un inizio promettente, è visibilmente calato sia dal punto di vista fisico che mentale; incappando nelle stesse disattenzioni dello scorso anno. Se tre indizi fanno una prova, ora i due giocatori non hanno più scusanti e dovranno giustificare, in primis alla società e al tecnico, un rendimento ben al di sotto delle attese. La pesante disfatta del Franchi, ha fatto aprire gli occhi a tutti. È vero, Niang ha un grande talento ma, almeno fino ad oggi, completamente inespresso. Non bastano un paio di lampi o una luce ad intermittenza per rendere un giocatore una stella. Forse le aspettative su di lui erano troppo alte, o forse ha ragione Mihajlovic e bisogna aspettarlo. Se così fosse, sorgerebbe un dubbio: fino a quando non diventa controproducente 'aspettare' un giocatore? La risposta è sotto gli occhi di tutti: è già successo.

A prescindere dal gol contro il Verona, che sembrava in un primo momento essere stato una sorta di liberazione per il ragazzo, dal suo arrivo a Torino, Niang non ha mai offerto quanto tifosi e società auspicavano. Specialmente dal punto di vista dell'atteggiamento: il senegalese è spesso indolente, svogliato e non mette in campo la grinta giusta. Insomma, rappresenta fedelmente il volto attuale della squadra: un ottimo collettivo tecnico, senza carattere e senza identità. Discorso leggermente diverso invece, per il terzino romano. De Silvestri infatti, ha avuto un anno in più a disposizione per adattarsi, con l'aggravante di aver già giocato - proprio come Niang - secondo i dettami tattici di Mihajlovic in passato. Proprio per questo motivo, il tecnico serbo si sarebbe aspettato qualcosa di più da loro, che invece sono tra i peggiori di questo inizio di campionato del Torino. Intanto la dirigenza, spazientita, bussa alla porta. Ora starà a Mihajlovic e ai giocatori stessi motivare l'oneroso investimento fatto per acquistarli.