"di Alessandro Salvatico
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Toro, non cambia nulla. Oppure sì?
di Alessandro Salvatico
Le dichiarazioni post-Inter del presidente e dell'allenatore, uomini investiti di ruoli istituzionali, sono orientate alla soddisfazione...
"Le dichiarazioni post-Inter del presidente e dell'allenatore, uomini investiti di ruoli istituzionali, sono orientate alla soddisfazione ma anche, e soprattutto alla prudenza.Quelle dei giocatori del Torino, invece, molto più alla prima che non alla seconda.
"E' comprensibile che i protagonisti di una piccola, mezza impresa siano comprensibilmente lieti di averla compiuta, e ne sentano il giusto orgoglio. Traspare loro dagli occhi, anzi da tutti i pori. Ma concediamo a questi ragazzi solo alcune ore per crogiolarsi nella gioia, per pensare "come siamo stati bravi". Sono pensieri che fanno bene: fanno bene al morale, liberano da tossine accumulate (e i "nostri" ne hanno), ma che fanno male alla lunga. Devono essere assunti a piccole dosi...
"Il Torino si trova col paradosso di aver ottenuto forse il risultato più prestigioso della stagione, e di trovarsi nella peggior condizione di classifica dall'inizio del campionato. E' vero, lo sappiamo: un pareggio non serve a salvarsi. Serve fare risultati come quello ottenuto dal Lecce, più che come quello trovato dai granata. A forza di pareggi, per quanto di valore, e di mancate vittorie contro le dirette concorrenti, il destino rimarrà lo stesso cui tutti pensavano prima della partita di San Siro.
"E ora, dopo quella partita? In quanti si sono ricreduti sull'esito della stagione, sul valore di questa squadra? Per lo meno sul secondo punto, forse qualche ragione ci può essere. Chi ieri abbia seguito l'incontro, ha visto effettivamente un Torino diverso. Una difesa, incredibilmente, tranquilla, pur al cospetto di Ibrahimovic & C., più di quanto non lo sia stata contro avversari più modesti (come il Lecce, per fare un esempio). Il tutto davanti ad un Sereni che, gol subito a parte (dove forse c'era un intervento falloso ai suoi danni), è stato di nuovo San Matteo. Dzemaili per la prima volta non in versione da trasferta, Abate rapido, Zanetti e Diana parsi in recupero, Rosina mobilissimo, Bianchi letale.
"Dunque, forse la squadra non è scarsa come qualcuno si era convinto. Lo ha detto anche il presidente Cairo: "Fa piacere vedere che questo gruppo era stato costruito con del raziocinio, in Estate". In attesa delle prossime 24 ore, che porteranno due (o uno "ma buono", parole di Foschi) volti nuovi alla Sisport, confido comunque il timore dettato dalle affermazioni dei giocatori dopo l'1-1 di ieri: i ragazzi dicevano che hanno ottenuto questo bel risultato perchè hanno giocato "senza niente da perdere". Temo, dunque, per quando saranno costretti a vincere, come accaduto contro la Reggina, come accadrà (speriamo con esito diverso) contro il Chievo.
"Quanto il fattore psicologico sia fondamentale è stato ribadito dalla squadra tanto in settimane quanto nel post-partita di San Siro. E allora, una domenica che non cambia nulla, anzi che allontana il Torino dalla zona-salvezza, potrebbe invece cambiare qualcosa: potrebbe aver donato al gruppo la consapevolezza di avere un certo valore, di essere in grado di reggere, di non disunirsi dopo un gol subito né dopo un gol segnato, di saper correre l'uno per l'altro con uno spirito di sacrificio che paga. Un turno di campionato che butta giù il Toro in classifica potrebbe portarlo su nel morale; e il resto, può venire di conseguenza. Deve venire.
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